SACILE - Zainetto in spalle, intirizzita dal freddo e dalla pioggia, stava attraversando sulle strisce di via della Repubblica, in coincidenza della rotatoria da cui si snoda la strada che porta in ospedale.
IL BUIO
Ed è proprio la mancanza di luce nelle strade sacilesi ad aver innescato l’ennesima polemica. La speranza del sindaco Carlo Spagnol è che si possa tornare ad una quasi normalità da qui a qualche settimana. Un po’ per l’allungarsi delle giornate, un po’ perché potrebbe esaurirsi la necessità di tagliare i consumi. «I tecnici comunali monitorano la situazione costantemente e mi riferiscono ogni 2, 3 giorni» commenta Spagnol che nel frattempo ricorda perché si sia giunti a questa situazione. «Tecnicamente potevamo solo scegliere tra l’accensione ritardata o lo spegnimento anticipato. Abbiamo optato per la seconda per contrastare le razzie ladresche». Dunque è toccato rimanere al buio a coloro che vanno a scuola o al lavoro molto presto. «Purtroppo non è possibile agire altrimenti perché servirebbero dei timer differenziati al posto delle attuali centraline. Tempi e costi di attivazione però rendono l’intervento antieconomico».
L’APPELLO
Spagnol esorta pedoni e ciclisti ad usare ancor più attenzione del solito: «Devono rendersi visibili: con i giubbotti catarifrangenti ad esempio, e con le luci. Non mettiamo certo in secondo piano la sicurezza, ma al momento è una questione di costi», e di limiti tecnici che non si possono cambiare. L’investimento di ieri mattina è arrivato dopo numerose segnalazioni giunte da più parti sulla pericolosità legata alla mancanza di illuminazione pubblica. A metà dicembre a lamentarsene era stata un’insegnante di San Giovanni del Tempio che usciva di casa per andare al lavoro intorno alle 7. I problemi di illuminazione del quartiere sono stati anche al centro di parecchie domande rivolte all’amministrazione anche dalla civica Sacile partecipata e sostenibile.
LE PROTESTE
Altro quartiere: a gennaio, una mamma non aveva nascosto la sua preoccupazione per il figlio al primo anno delle superiori. Recarsi in bici alla stazione per prendere il treno per Pordenone non era, da San Odorico, percorso particolarmente lungo, ma l’assenza di luci non lasciava tranquilla la donna. Preoccupazioni condivise da parecchi sacilesi: dal marito con la moglie che lavora all’ospedale cittadino e che preferisce prendere l’automobile, impaurita dal buio delle strade che normalmente percorre a piedi. Non poche le mamme che, a scanso di equivoci, accompagnano i figli a scuola, anche se grandicelli. A chiedere più luce era stato anche il consigliere comunale Gerlando Sorce che aveva inviato al sindaco Carlo Spagnol la richiesta di rivedere gli orari dell’illuminazione pubblica: “Le chiedo di considerare la possibilità di mantenerla accesa fino alle 7.30, almeno per gennaio”, ma, come ha ricordato il primo cittadino, non è ancora il momento di rivedere le decisioni prese.