Moises, morto nel laghetto a Porcia, voleva un figlio e una casa. Nel 2015 salvò tre anziani dalle fiamme

Lunedì 3 Aprile 2023 di Marco Agrusti
Hector Moises Corporan Benzant, la vittima dell'incidente di Porcia

Un altro figlio, una nuova casa, un lavoro che gli consentisse da un lato di vedere più spesso la sua bimba di cinque anni e dall’altro di progettare una vita con Martina.

Hector Moises Corporan Benzant, il 29enne morto sabato in ospedale a Pordenone dopo l’incidente del laghetto di via Cartiera a Porcia, stava disegnando il suo futuro. «E lo voleva migliore, con Martina e per sua figlia». A parlare, distrutto dal dolore, è il fratello di Moises, il 23enne Mattia.


I PROGETTI


Ieri tutta la famiglia del 29enne si è ritrovata nella casa dei nonni, a Orsago (Treviso). Con loro c’era anche Martina De Luca, la compagna di Moises che da quel maledetto laghetto di Porcia è uscita viva. Ma con un dolore insopportabile da dover gestire. «È traumatizzata, non riesce a reagire. È sotto choc», spiega Mattia. «Erano una coppia bellissima e avevano tanti progetti - racconta ancora il fratello della vittima -: Moises stava lasciando il lavoro alla Braceria di Porcia proprio per migliorare la sua condizione e avere più tempo». Tempo che gli sarebbe servito prima di tutto per vedere di più la figlia di cinque anni per la quale aveva l’affido condiviso e che era nata da una relazione precedente. «Ma mio fratello di bambino ne voleva un altro, con Martina», rivela Mattia con la voce rotta dall’emozione. Non solo un figlio, però. Anche una nuova casa con Martina. «La stavano cercando. Ora vivevano in un appartamento, ma volevano una sistemazione migliore per entrambi». Per fare un passo in più come coppia. 

NEL 2015

Quella notte non ci aveva pensato neanche un secondo in più. Si era vestito e in pochi istanti si era precipitato nella palazzina poco distante rispetto a quella che lo ospitava. Di fronte, le fiamme di un incendio. Era il 2015, il rogo era scoppiato in via Chiaradia a Sacile. Hector Moises Corporan Benzant, il 29enne morto intrappolato nella sua auto nel laghetto di Porcia, sarebbe diventato per un giorno “l’eroe di San Michele”.


LA STORIA


L’incendio, quella notte d’agosto del 2015, prese vita dal garage di una palazzina di via Chiaradia a Sacile. All’interno dello stabile c’erano tre anziani. Non si sarebbero accorti di nulla e probabilmente senza l’aiuto di Moises e di un suo amico non ce l’avrebbero fatta. Allora Moises viveva nella vicina via Peruch e aveva appena terminato il turno di lavoro in un bar di Pordenone. Aveva 21 anni e tanto coraggio. a. «Ero appena tornato da Pordenone, dove lavoro in un bar - spiegava al Gazzettino Moises Benzant - Non ho avuto alcuna esitazione a vestirmi e a scendere con Albino per vedere di aiutare le famiglie che dormivano mentre la loro casa andava a fuoco. Abbiamo capito subito che non si erano accorti di nulla perché le finestre erano tutte chiuse. Sapevo anche che in un appartamento c’era una persona molto anziana».

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 12:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci