Con l'estate torna l'incubo incendi: il Friuli si protegge assumendo 60 nuovi agenti anti-fiamme

Lunedì 22 Maggio 2023 di Antonella Lanfrit
Gli incendi sul Carso nel 2022

Sessanta agenti del Corpo forestale regionale in più e da fine maggio, quando saranno effettivamente operativi, saranno subito introdotti alla formazione antincendio. Il Friuli Venezia Giulia comincia anche da queste nuove forze ad attrezzarsi per l’estate 2023, sperando di non dover rivedere replicati eventi come quelli della stagione 2022 – tra incendi e siccità -, ma allo stesso tempo pronto a far fronte ad eventuali scenari critici. 


I DETTAGLI


«Più personale forestale sul territorio – spiega infatti l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier – significa più controllo e, quindi, possibilità di potenziare la prevenzione.

L’anno scorso le forze in capo al Corpo erano davvero ridotte all’osso. Ora, a seguito del bando cui hanno partecipato circa 400 persone per una graduatoria definitiva che ne ha selezionate 80, sono pronti per essere attivi i primi sessanta ingressi». Una funzione tecnica, la loro, di monitoraggio, ma a dire quanto sia importante è la scelta operata per la prima formazione dei neo assunti. «Cominceranno proprio con l’addestramento antincendio – sottolinea Zannier -. Alla ribalta della cronaca giungono gli incendi conclamati e devastanti, ma è bene ricordare che per quelli che si vedono ve ne sono molti altri che sono stati spenti sul nascere o si sono addirittura prevenuti – prosegue l’assessore -. Più persone specializzate monitorano il territorio e più aumenta il grado di sicurezza». La Regione prevede, per altro, di assumere anche gli altri venti soggetti che hanno superato il concorso. «Dopo le prime sessanta assunzioni pensiamo di procedere, nell’arco di uno-due anni, all’assorbimento anche dei restanti nominativi che ancora sono in graduatoria, andando a esaurimento», anticipa infatti Zannier, descrivendo un Corpo forestale Fvg che è tornato ad avere forze attorno alle 200 unità. 


I PIANI


In parallelo la Regione sta lavorando al nuovo piano antincendio boschivo, che sarà pronto entro l’anno. «Un rinnovamento ad alto tasso di tecnicità che avrebbe avuto caratteristiche molto diverse se non avessimo subito gli incendi della scorsa estate», racconta Zannier. «C’è bisogno di una rivalutazione complessiva perché non eravamo abituati a incendi dell’area carsica come quelli che sono divampati nel 2022. Inoltre, le fiamme in questo territorio hanno una propagazione e una dinamica diversa rispetto a quelle che si originano e sviluppano nei boschi ad alto fusto». Sono quindi in corso «analisi approfondite» per lo sviluppo di un ventaglio di casistiche aggiornate. «Intanto, comunque, continueremo ad essere attivi con il piano antincendio boschivo vigente – assicura Zannier -, potenziato da più forze operative nei luoghi a rischio». Se con l’avvicinarsi dell’estate l’occhio istituzionale è rivolto alle fiamme, non manca lo sguardo attento all’acqua, quella che ogni anno che passa fa parlare di sé per la sua assenza. Anche in questo caso, «se dovessero ripresentarsi mesi come quelli del 2022 abbiamo almeno un piano d’emergenza già affinato – considera l’assessore -. Sapremmo, cioè, quando e come agire, posto che i problemi saranno gli stessi». In neppure dodici mesi, infatti, non possono esserci stati cambiamenti tali nelle colture e nella gestione dell’acqua da far cambiare il grado delle criticità a fronte di calure fuori norma. Per ora c’è vigilanza, ma non allarme. «Stiamo vivendo una stagione fresca, con piovosità costante – riassume Zannier –. Per un verso i bacini nell’area della Destra Tagliamento stanno facendo scorta, siamo a circa 27 milioni di metri cubi, per l’altro non abbiamo ancora dovuto attivare il sistema irriguo. Per ora, quindi, la situazione è abbastanza sotto controllo». Ciò non significa che i problemi siano risolti. «La pioggia di questi periodi non ha ricaricato le falde o, se lo ha fatto, il margine di recupero è minimo e non tale da aver segnato un deciso cambio di rotta», ammette Zannier. Per questo, conclude, «se da qui in avanti dovesse svilupparsi una stagione secca, è chiaro che le aree non servite dal sistema irriguo andrebbero in crisi». 

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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