Incendi domati? Sì, ma in Friuli i versanti dei monti sono stati "divorati" e ora c'è il rischio frane

Giovedì 28 Luglio 2022 di Marco Agrusti
Un versante del monte Raut aggredito dal fuoco

Nemmeno il tempo di tirare il fiato, che si affaccia una nuova emergenza. Ed è una delle conseguenze più sinistre degli incendi che hanno messo in ginocchio la montagna friulana e il Carso nelle ultime settimane. Le sponde e i pendii interessati dalla furia delle fiamme, infatti, possono cedere.

E diventare frane pericolose almeno tanto quanto i roghi stessi. È questa, ora, la fase più delicata del “giorno dopo”, quello della conta dei danni e della constatazione dello stato attuale della nostra montagna dopo due settimane di passione. 


IL SOPRALLUOGO


Si teme che le sponde delle montagne possano cedere. E il pericolo è reale, tanto da indurre la Regione a commissionare un’indagine urgente sotto il profilo geologico. «La preoccupazione – ha confermato ieri il vicepresidente regionale e assessore alla Protezione civile, Riccardo Riccardi - è ora legata alle condizioni dei versanti. Gli incendi che abbiamo vissuto negli ultimi giorni creano inevitabilmente danni e rendono fragili i pendii sui quali si abbattono. Possono generare frane e quando si tratta di aree vicine a strade di scorrimento è un bel problema da affrontare. Per questo sarà avviata un’indagine». Sarà finalizzata a monitorare attentamente lo stato dei versanti e a definire il rischio di frana imminente pendio per pendio, dal Carso alle Dolomiti Friulane. 


DALL’ALTO


Ieri il vicepresidente Riccardi ha sorvolato in elicottero alcune delle zone più colpite dai roghi. La montagna e il Carso non hanno smesso del tutto di ardere, ma la situazione viene descritta come «sotto controllo». Sono presenti focolai sia in Val Resia che a Taipana, in provincia di Udine, mentre brucia ancora il Carso sloveno. Sul versante italiano (Goriziano e area della provincia di Trieste) si parla invece ormai solo di fase di bonifica. Risultano spenti gli incendi che erano scoppiati in provincia di Pordenone, sul monte Raut e alle spalle di Claut, ai confini della Val Settimana. 
«Grazie allo sforzo congiunto delle forze scese in campo in questi giorni in Friuli Venezia Giulia per domare gli incendi sviluppatisi tra il Carso, la Val Resia, le Valli del Natisone, la Valle dello Judrio e altre località della regione, al momento i roghi si possono considerare sotto controllo», ha confermato il vicepresidente regionale Riccardo Riccardi, ha eseguito una sorvolo con l’elicottero della Protezione civile regionale sui luoghi interessati dalle fiamme. L’esponente della giunta ha comunicato che questo risultato così importante è stato raggiunto grazie alla tempestività dell’intervento delle squadre dei volontari della Protezione Civile, degli uomini del Corpo forestale regionale, dei Vigili del fuoco, delle Forze dell’ordine e grazie alla fattiva collaborazione con le amministrazioni comunali. 
Il sorvolo di ieri si è concentrato nella zona del Carso, mostrando la devastazione causata dalle fiamme, ormai comunque sotto controllo, e nella zona della val Resia dove è stata realizzata una viabilità alternativa che sarà completata venerdì sera per permettere il transito ai residenti che comunque continueranno a essere scortati per garantire l’assistenza primaria. Le operazioni sono state condivise in un vertice tenutosi sul cantiere alla presenza del vicegovernatore, del prefetto di Udine, del comandante provinciale dei Vigili del fuoco, del Commissario Edr e dei sindaci di Resia e Resiutta.


L’URGENZA


La maggior parte del lavoro da compiere si concentra ora nell’area della Val Resia, come ha confermato sempre il vicepresidente e assessore regionale Riccardi. «L’obiettivo - ha affermato - è quello di togliere dall’isolamento un’area abitata importante». Il termine fissato dalla tabella di marcia è quello di venerdì. Si tratta di un prolungamento di circa un chilometro e mezzo della pista alternativa di altri cinque chilometri che è già stata realizzata a tempo di record negli scorsi giorni. L’ulteriore bypass porrà fine alla condizione di isolamento della valle, in attesa che lavori più importanti e costosi (poi in capo agli Enti di decentramento che hanno di fatto sostituito le Province) consentano nel medio periodo di riavere a disposizione l’intera viabilità ordinaria in tutta la zona. 

Ultimo aggiornamento: 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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