Nuova tassa sugli immobili: il Comune di Pordenone costretto a sborsare 140mila euro

L'Amministrazione costretta a riordinare 18mila posizioni su 50mila abitanti in vista del passaggio al nuovo tributo "Ilia"

Venerdì 31 Marzo 2023 di M.A.
Tassa sugli immobili

PORDENONE - È un lavoro immenso.

Infatti costa tanto, per la precisione 138mila euro. E il Comune, al momento, non ha a disposizione un metodo interno per risolvere il problema. Peccato però che sia un nodo del tutto “proprio”, riguardante un tema delicato come quello della tassazione sugli immobili. Ora si chiama Imu, ma entro fine anno tutto dovrà transitare nella nuova Ilia, il tributo unico istituito dalla Regione Friuli Venezia Giulia. E solo a Pordenone ci sono ben 18mila posizioni da “bonificare”. Cioè da riordinare. Neanche a Trieste, che di abitanti ne ha cinque volte tanti, esiste una situazione del genere. 


I DETTAGLI
Perché il Comune di Pordenone è stato costretto ad impegnare quasi 140mila euro di soldi pubblici per risolvere un guaio a sua volta pubblico? Si deve partire dall’inizio della storia. Il Municipio, come tutti gli altri, ha una banca dati dell’Imu. Un grande registro che contiene tutte le posizioni tributarie di chi ha una casa a Pordenone sulla quale pagare le tasse. Ma come si legge nel documento ufficiale «le posizioni dei contribuenti che in questi anni sono stati verificati e certificati sono ancora esigue a causa della elevata vivacità delle transazioni che interessano il territorio comunale». Non è però il solo problema. L’importazione dei dati dall’Agenzia delle Entrate determina errori di importazione per il 70% dei flussi registrati «determinando un notevole dispendio di tempo per la correzione», si legge ancora. E poi arriva qualcosa di sostanzialmente anacronistico. «Lo scarico anagrafico sulla banca dati tributaria non avviene in automatico quindi anche le rispettive variazioni devono essere inserite con procedure manuali». Procedure manuali. Nel 2023. Sembra impossibile invece è così. Venire a capo del garbuglio, però, è quantomai urgente. Scrivono gli uffici: «La completezza dei dati gestiti è condizione imprescindibile e necessaria per l’esercizio dell’attività di verifica e controllo degli adempimenti tributari e la garanzia delle entrate dell’ente e che, pertanto, tale radicale attività di revisione e correzione non è più procrastinabile». 


L’OPERAZIONE
Mettere mano a una situazione che se paragonata a quella di Trieste è almeno strana, è importante per tutta una serie di motivi: garantire il costante allineamento delle posizioni fiscali in base alle risultanze catastali aggiornate; permettere l’immediato aggiornamento delle risultanze delle attività di compravendita degli immobili; permettere la liquidazione dell’imposta; riportare i dati toponomastici in modo corretto ed automatizzato evitando disallineamenti; rendere fruibili le informazioni anche al fine di estendere i servizi on line fruibili ai cittadini; garantire gli equilibri del bilancio e la realizzazione di attività di simulazione. Dovranno essere eseguiti ad esempio la ricerca di fabbricati con anomalie su valore dichiarato, periodo di possesso e percentuali di possesso incongruenti; la ricerca di soggetti proprietari di immobili in catasto ma non presenti con gli stessi immobili nella banca dati Imu. «Pordenone - ha spiegato l’assessore Elena Ceolin - ha una grande vitalità nei cambi di locazione, superiore a quella di altri capoluoghi». Combinata però con un sistema di archiviazione che ha portato a 18mila posizioni da sistemare. 

Ultimo aggiornamento: 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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