Imprese nella morsa di una nuova crisi, container alle stelle e cartone introvabile: spedizioni a rischio

Domenica 3 Aprile 2022
Container
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PORDENONE - Qualcuno la chiama tempesta perfetta. Altri parlano di una terribile morsa nella quale le imprese sono stritolate: da una parte folle aumento dei costi delle materie prime che sempre non fermarsi più, dall'altra i costi energetici che non sono più sopportabili.

Situazioni che esistevano già nei mesi precedenti l'inizio del conflitto in Ucraina ma che con la guerra si sono inaspriti diventando sempre più pesanti.

I CONTAINER
A questo si deve aggiungere il costo, spesso quintuplicato, dei container e della logistica per le aziende - in regione sono moltissime - che esportano nei diversi mercati del mondo. Nelle ultime settimane si sono aggiunte le grane derivanti dalle conseguenze dirette delle guerra: il blocco delle esportazioni da parte di Ucraina e Russia (che riguarda in particolare il settore della metallurgia e della meccanica per i rifornimenti di acciaio) e le penalizzazioni delle sanzioni che vietano alle imprese europee di vendere una serie di prodotti sul mercato russo. Non bastava tutto questo. A rendere ancora più complicata la gestione di quella che, ormai di fatto, si è trasformata in una economia di guerra anche dentro le fabbriche del territorio regionale c'è pure la difficoltà nell'approvvigionamento degli imballaggi e degli scatoloni. Tanto che in molti casi viene segnalata la difficoltà nelle spedizioni: situazioni che sempre più spesso causano ritardi nell'arrivo e nella partenza delle merci. Scarsità di materia prima? Meno produzione da parte delle cartiere che essendo impianti energivori si trovano in forte difficoltà con i consumi e con le bollette e quindi rallentano la produzione? Tentativi di speculazione? Le imprese e le loro associazioni di categoria se lo stanno chiedendo. Una risposta precisa non c'è: probabilmente si tratta di un mix di situazioni che hanno portato i reparti produttivi a dovere fare i conti con un ennesimo problema. Appunto, la mancanza di imballaggi e di cartone che rischia di rallentare le spedizioni nei magazzini delle aziende. Un problema che sembra riguardare l'intera filiera del packeging: non soltanto il classico cartone grosso per gli imballaggi, mancherebbero anche i materiali come polistirolo e simili che fanno parte della famiglia dei materiali isolanti. «Ci mancava pure questa difficoltà. Già facevamo fatica - sottolineano dalla categoria del Legno-arredo di Confindustria Alto Adriatico - con le materie prime base, come il legno e i pannelli di truciolare, ora si fa una gran fatica a trovare pure i cartoni e i materiali per imballare e spedire». Insomma, gli imprenditori sono ormai costretti a lavorare con l'elmetto in testa: i riflessi della guerra, sommati alle problematiche precedenti legate ai super-rincari della materia prima, costringono ogni giorno a rimodulare la produzione e a cambiare programmi. Molte aziende hanno anche dovuto riconoscere la richiesta di un aumento dei prezzi avanzato dagli autotrasportatori che in forte sofferenza, almeno fino a prima degli interventi del governo sui prezzi del gasolio. Difficoltà che, almeno fino a oggi, vengono in parte superate grazie al fatto che la domanda dei mercati, tolti quelli di Ucraina, Russia e dell'area dell'est e del nord Europa che ne è più influenzata, è ancora piuttosto alta. Come dire: lavora ce n'è e dunque si riesce a fare fronte anche agli aumenti dei costi.

NUOVE PAURE
Ma quanto potrà durare? È la domanda che le imprese si fanno a fronte della fiammata dell'inflazione. E nell'economia reale delle fabbriche e delle linee di montaggio la preoccupazione cresce. Un segnale nel settore del legno-arredo è già arrivato: nelle mostre dei mobili ci sono meno consumatori e gli ordini mostrano un inizio di flessione dopo un 2021 da boom.
 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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