Troppa burocrazia, corsa a ostacoli per fare l'impianto fotovoltaico

Sabato 8 Ottobre 2022 di Marco Agrusti
La burocrazia blocca gli impianti fotovoltaici
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FRIULI - L’emergenza è adesso. Le bollette impazzite arrivano adesso.

Ed è sempre adesso che si dovrebbe cambiare, per evitare di passare tutto l’inverno con in mano conti spacca-famiglie. Rendere la propria abitazione a misura di crisi, quindi quanto più possibile autonoma dal punto di vista energetico, è il desiderio urgente di tanti. Ma il sistema risponde alla stessa velocità alla quale corrono le richieste? Assolutamente no. Anzi, tra colli di bottiglia fisiologici e monolitiche barriere burocratiche, praticamente nessuno può sognare di realizzare un impianto fotovoltaico domestico in tempo per scappare dalle bollette folli. La fotografia è deprimente: se un qualsiasi cittadino privato residente in Friuli Venezia Giulia decidesse oggi di montare e connettere alla rete dei pannelli fotovoltaici a servizio della propria abitazione dovrebbe aspettare almeno sei mesi. A patto che tutto vada bene. Attraverso le testimonianze degli esperti del settore, cerchiamo di spiegare cosa succede. 


L’ITER COMPLICATO
Ipotizziamo un comune paese della campagna friulana. Una villetta isolata, senza vincoli paesaggistici da rispettare. Insomma, il percorso più semplice per installare il fotovoltaico. Eppure anche in questo caso è tutta una lotta contro la burocrazia e i tempi dilatati che hanno dell’irreale. Il primo passo è quello del sopralluogo. E qui ci si fa il segno della croce, perché la sola logistica «porta via almeno un mese», spiega l’imprenditore Vincenzo Zanutta, uno dei leader del settore delle installazioni e dell’edilizia in Friuli. Le ditte, infatti, sono piene di appuntamenti. Primo spazio tra trenta giorni. Poi scatta l’ordine dei pannelli, «e anche in questo caso - prosegue sempre Zanutta - sta emergendo un problema legato alle forniture. Il materiale non arriva più puntuale come prima. Inizia ad esserci scarsità». In questo caso la “colpa” è del surplus di richiesta. «Poi, quando si è pronti all’installazione - illustra ancora l’imprenditore di Carlino - i lavori possono durare anche solo tre giorni, ma non è quello il punto». Proprio così. I pannelli montati sul tetto, infatti, se non connessi alla rete rimangono solo dei discutibili oggetti d’arredamento. Il sistema, per funzionare, ha bisogno di essere allacciato all’infrastruttura energetica nazionale. E qui iniziano i veri dolori. 


PASSAGIO CHIAVE
L’operazione, infatti, dev’essere formalizzata attraverso l’invio di una pratica alla società Gse, il gestore dei servizi energetici controllato interamente dal ministero dell’Economia. Roma, dove tutto rallenta. La pratica si invia a Gse una volta montato il pannello fotovoltaico sul tetto della propria abitazione. «E a fine settembre - spiega ancora Vincenzo Zanutta - le prime risposte erano preventivate per il mese di gennaio». Addio a tutto il possibile risparmio da maturare in autunno, quindi. Si salva solamente chi aveva progettato e installato il fotovoltaico in anticipo, magari prevedendo come una sorta di Nostradamus sia la guerra in Ucraina che la crisi energetica. 


IL BONUS
C’è un altro dettaglio, che riguarda da vicino l’installazione dei pannelli fotovoltaici nelle abitazioni private. Riguarda il bonus 110 per cento, che per le case unifamiliari è terminato il 30 settembre: chi è dentro è dentro, gli altri restano fuori. Rimane la possibilità ancora per un anno e mezzo per i condomini, mentre per le abitazioni singole ci si deve accontentare del vecchio bonus del 50 per cento. 

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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