Sacile. Da restauratrice ad artista: Ilaria corona il suo sogno e apre un atelier

Dopo aver lavorato come restauratrice, Ilaria Bas ha smesso di lavorare per occuparsi dei figli. Ora si è rimessa in gioco

Domenica 27 Novembre 2022 di Denis De Mauro
Ilaria Bas nel suo atelier

SACILE - Due amori non facili da conciliare, la famiglia e l'arte, ma Ilaria Bas, sacilese d'adozione, sembra proprio avercela fatta.

Dopo essere stata giovanissima restauratrice con Renato Portolan, ha poi preferito lasciare il lavoro che amava per prendersi cura dei suoi tre figli. Oggi che loro hanno 23, 20 e 16 anni, ha deciso che i tempi erano maturi per tornare al primo, grande amore: l'arte, con la consapevolezza e la maturità dei 50 anni.

La storia di Ilaria

Ilaria, diplomata al liceo artistico Galvani di Cordenons, due anni fa ha aperto a Sacile l'Atelier Indaco, uno spazio che si trova nella seminascosta Corte Casagrande, lungo via Luigi Nono. Un atto di coraggio e l'avverarsi di un sogno. Il mestiere dell'artista non è mai facile, se poi nell'aprir bottega si incappa nella peste del secolo, cioè il Covid, le cose si fanno più complicate. Ilaria ha sfoderato la pazienza della maturità d oggi che il peggio sembra essere alle spalle, finalmente le cose iniziano a girare. «Ho pensato l'atelier Indaco come uno spazio a triplice valenza. In una stanza trova posto il mio laboratorio, il posto in cui creo. Nell'area più grande ospito invece bambini e ragazzi che vogliano imparare l'arte nelle sue mille sfaccettature. Infine, le pareti ospitano altri artisti, come in una piccola galleria aperta agli amici». Perché insieme ad altri pittori? «Da soli non si fa molta strada, insieme si ottiene invece sempre di più». Filosofia che Ilaria mette in pratica anche per i corsi che organizza e che non sempre la vedono come insegnante. «L'ultimo è stato sul fumetto. L'ottimo Matteo Corazza ha ammaliato i ragazzi mostrando loro il complesso cammino che porta alla creazione di un personaggio, alla costruzione delle tavole disegnate, alla storia scritta». Prima l'atelier aveva ospitato coloro che si sentivano invece attratti dalla ceramica. Propensioni anche molto diverse dunque, perché l'arte è un vasto mondo.

I lavori esposti all'Atelier

Ilaria Bas come artista ad esempio in questo periodo si sta concentrando su dei busti artistici. «Si tratta di lavori che si basano sulla cartapesta, con inserti funzionali in metallo e accessori di vario genere. I busti comunque vengono creati da zero. Piacciono molto a chi vuole arredare in maniera originale il suo locale, l'attività commerciale, ma secondo me possono trovare collocazione anche in casa». Certo si tratta di una forma d'arte particolare, alla quale è difficile anche affibbiare una definizione: non sono quadri, ma non sono nemmeno vere e proprie sculture. Forse si potrebbero definire installazioni, termine che oggi piace molto, ma anche questo non sembra incorniciare al meglio l'opera di Ilaria. All'atelier di busti ne sono esposti cinque: uno richiama la celebre e travagliata pittrice Frida Kahlo, un secondo riporta l'inconfondibile stile di Gustav Klimt, altri due si rifanno al Giappone tradizionale, il quinto cita Alice nel paese delle meraviglie. Un sesto, un angelo ancora allo stato embrionale, sarà esposto alla ex chiesetta della Santissima, a Pordenone, dal 3 dicembre, in una mostra collettiva voluta dalla società Panorama e che vedrà Ilaria Bas tra le artiste protagoniste. Che la decisione di rimettersi in gioco della sacilese d'adozione non sia passata inosservata lo dimostra anche la presenza alla collettiva inaugurata ieri, sabato, all'ex chiesa di San Gregorio, organizzata dalla Galleria d'arte bravi ragazzi underground. Il 3 dicembre infine, Ilaria inaugurerà la sua personale all'Atelier: Il senso del colore. Sarà un successo, se è vero che il destino aiuta gli audaci, perché rimettersi in gioco dopo aver fatto da mamma a tre figli è sicuramente una scelta coraggiosa. 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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