Bando della Regione Friuli Venezia Giulia: 14 milioni a fondo perduto - Requisiti per partecipare e finalità

Lunedì 30 Gennaio 2023 di Antonella Lanfrit
Bando soldi a fondo perduto - Foto di moerschy da Pixabay

Il 24 febbraio si saprà se il Friuli Venezia Giulia è decisamente avviato sulla strada che lo farà diventare una hydrogen valley.

Per il momento il territorio sembra in fase di analisi rispetto alle possibilità offerte al riguardo dal Pnrr, ma è possibile che questo primo step si trasformi rapidamente in una fase più reattiva. È quanto rimanda la rapida ricognizione effettuata all'indomani dell'apertura del bando regionale, con fondi Pnrr, per selezionare progetti relativi alla produzione di idrogeno rinnovabili in aree industriali dismesse, tramite la realizzazione di impianti sul territorio del Friuli Venezia Giulia.

Bando fondi Regione Friuli

Un'iniziativa sostenuta da un budget di 14 milioni, quelli che ha assegnato alla Regione il ministero dell'Ambiente sul finire dello scorso anno. La scadenza del bando è fissata proprio per il 24 febbraio e la Regione è convinta che l'opportunità aperta da questa iniziativa «consentirà di imprimere una spinta innovativa alle nostre imprese», anche perché i progetti che saranno finanziati dovranno essere concretizzati entro giugno 2026 per rispettare l'obiettivo del Pnrr.


Requisiti per partecipare al bando


«Abbiamo ricevuto la richiesta di un'azienda per mettere in atto un progetto legato alla produzione di idrogeno green - aggiorna dal Consorzio Nip di Maniago il direttore Saverio Maisto . Il Consiglio di amministrazione del Consorzio ha deliberato però una richiesta di ulteriori dettagli tecnici rispetto al progetto, al fine di poter valutare compiutamente la proposta avanzata». E questa è solo una parte del ragionamento che in queste settimane è in corso in quell'area industriale come in diverse altre della regione. «Non possiamo precluderci di cogliere le opportunità che sono connesse a questa tecnologia del futuro prosegue infatti il direttore Maisto -, ma come Consorzio dobbiamo ricordarci la mission legata al riutilizzo delle aree dismesse. Dobbiamo operare una riqualificazione che attragga investimenti, generi produzione e lavoro. Riguardo agli impianti per la produzione dell'idrogeno, quindi, si tratta di fare puntuali valutazioni, per capire le metrature necessarie, la produzione possibile e le conseguenti ricadute in termini occupazionali e di valore economico». In sostanza, idrogeno sì, ma entro i limiti di una felice convivenza con tutte le altre attività manifatturiere che caratterizzano le diverse aree industriali, senza inficiarne le capacità attrattive e di sviluppo.


Area industriale


In riflessione anche l'area industriale di Ponte Rosso nel pordenonese. «Se ci saranno le condizioni, ci attiveremo senz'altro», afferma infatti il direttore Daniele Gerolin, che spiega la fase di «valutazione». Il Consorzio «è attento alla questione energetica e alle iniziative che consentano il perseguimento dell'autonomia assicura -. Tuttavia, in questa fase si guarda decisamente verso il fotovoltaico: su questa tecnologia stanno investendo Consorzio e imprese. Ciò non toglie l'attenzione per l'idrogeno. Una tecnologia, però, che richiede un approfondimento per migliore conoscenza. Stiamo lavorando».



Carnia Industrial Park

Da Amaro, il presidente del Carnia Industrial Park, Roberto Siagri, informa di «non essere a conoscenza di aziende che nell'area operino nel campo dell'idrogeno green», mentre dal Cosef, il Consorzio di sviluppo economico per l'area del Friuli, suggeriscono alla Regione una campagna informativa, in un territorio che sta puntando sulle fonti alternative più tradizionali. «Riguardo all'idrogeno credo sia necessario creare una cultura diffusa circa le sue possibilità, le modalità di produzione e tutto quanto è connesso a questo processo considera infatti il presidente del Cosef, Claudio Gottardo -. In questo frangente, infatti, il mondo produttivo è fortemente impegnato su altre fonti, quali il fotovoltaico e il geotermico». Lo stesso Cosef, spiega Gottardo, «ha in corso nell'area dell'Aussa Corno la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra e di impianti sui tetti delle aziende, con diritto di utilizzo. Inoltre, stiamo lavorando per impianti geotermici, con i quali produrre energia che poi è possibile cedere».
In questo contesto, suggerisce Gottardo, «sarebbe opportuno che un bando come quello regionale fosse accompagnato da una campagna informativa e promozionale di supporto, per diffondere conoscenza e consapevolezza rispetto alle possibilità e agli usi connessi all'idrogeno».

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci