Ai profughi ucraini 28 euro al giorno e il diritto allo studio, ecco le procedure da seguire in Fvg

Sabato 5 Marzo 2022 di M. A.
Profughi ucraini a Sappada
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I rifugiati in fuga dall’Ucraina riceveranno 28 euro al giorno sotto forma di “pocket money”, esattamente come succedeva e succede con i richiedenti asilo che arrivano (ancora oggi) dalla Rotta balcanica o via mare.

Ma la “diaria” spetterà soltanto a chi entrerò a far parte del sistema pubblico dell’accoglienza. Tradotto, non ne avrà diritto il cittadino ucraino che grazie a suoi contatti privati è ospitato da famiglie non connesse alla macchina dell’assistenza. E ancora: saranno i Comuni a doversi occupare dell’erogazione dei contributi. Sono alcuni dei dettagli fondamentali discussi ieri dal prefetto di Pordenone, Domenico Lione, con i sindaci del territorio. Ma in realtà valgono per tutti. 


IL FENOMENO


Oltre tremila, i transiti attraverso i valichi di Tarvisio e Trieste negli ultimi giorni. Alcune centinaia, invece, i profughi ucraini che si sono già fermati in Friuli. Cento, al momento, quelli registrati nel Pordenonese dalle autorità. A breve le Prefetture stipuleranno le bozze di convenzione con i Comuni per organizzare l’accoglienza. Lo Stato interviene con 28 euro al giorno solo nel caso in cui l’ospitalità faccia parte del sistema pubblico dell’accoglienza. Un privato che ospita un cittadino ucraino per contro proprio dovrà farsene carico anche dal punto di vista economico. Spetterà ai Comuni, invece, l’affidamento a coop o società della gestione dei profughi. Si cerca soprattutto tra quelle realtà già impegnate in operazioni simili in passato. 


SCUOLA


«Il Friuli Venezia Giulia si mobilita per dare una prima risposta concreta ai giovani ucraini in fuga dalle zone di guerra: grazie a un accordo con l’intera offerta accademica regionale, almeno 21 tra studenti e ricercatori saranno ospiti delle istituzioni dell’alta formazione per la continuazione del loro percorso accademico. Ringrazio i rettori dei tre atenei e i direttori dei conservatori di musica per la collaborazione e il sostegno anche in questa drammatica circostanza», ha detto ieri l’assessore regionale Alessia Rosolen. Sono coinvolti tutti gli Atenei e i conservatori. È al lavoro anche l’Ufficio scolastico regionale per organizzare la frequenza nelle scuole precedenti l’università. 


L’ORGANIZZAZIONE


Il valico maggiormente sotto pressione è sempre quello di Fernetti, tra Opicina e Sezana, sul Carso. Il prefetto di Trieste, Annunziato Vardè, ha anticipato i tempi annunciando un primo punto tamponi nei locali della Questura alla frontiera. Ieri, durante la Conferenza delle regioni di cui è presidente, Massimiliano Fedriga ha formalmente sottoposto al governo Draghi «l’esigenza di dar vita ad un sistema organizzativo alle nostre frontiere anche con il coinvolgimento del ministero della difesa e l’ausilio delle forze armate». Quindi i militari al confine per governare i flussi, previsti in aumento. «La prima operazione importante riguarda la comprensione del fenomeno - ha aggiunto l’assessore alla Protezione civile, Riccardo Riccardi -: dobbiamo capire se saremo di fronte a centinaia o migliaia di persone». Intanto è ormai attivo il punto-ristoro della Protezione civile al valico di Fernetti. Acqua, i primi viveri. «E la colonna è pronta a partire per allestire all’estero il primo campo profughi», ha spiegato sempre Riccardi. Infine ieri al polo di Palmanova sono arrivati i primi farmaci e dipositivi sanitari - provenienti dall’Emilia Romagna - che partiranno alla volta dei luoghi interessati dall’esodo del popolo ucraino. 

Ultimo aggiornamento: 20:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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