Ucraina, Fedriga "strappa" la promessa a Draghi: in Friuli arriva l'esercito al confine per i profughi

Martedì 22 Marzo 2022 di Marco Agrusti
Il confine di Fernetti
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Non è stata una visita “a vuoto”, messa in campo solo per ringraziare i volontari della Protezione civile.

Nella sala ottagonale del “cubo” di Palmanova, infatti, sono state partorite decisioni che riguarderanno anche e soprattutto il Friuli Venezia Giulia. Una, in particolare, le supera tutte per importanza e attualità: il governo, infatti, ha finalmente detto sì alla richiesta fatta a più riprese dal presidente regionale Fedriga e manderà l’esercito per aiutare a gestire il flusso costante di profughi in fuga dalla guerra tra Russia e Ucraina. E si è anche parlato dei fondi da destinare alle Regioni (e poi ai Comuni) per l’accoglienza dei rifugiati, con cifre ipotetiche e un occhio di riguardo per i bambini. 


IL LAVORO


A Palmanova si è lavorato. Due riunioni: la prima strategica, per capire come coordinare meglio l’accoglienza dei profughi; la seconda operativa con il governo che ha fornito i numeri aggiornati sui flussi di rifugiati. Ed è stato durante la prima che Fedriga ha “strappato” a Draghi la promessa che attendeva: non solo operatori sanitari extra - come anticipato - ma anche l’esercito per monitorare i confini. «È stato confermato l’arrivo di una unità - ha spiegato a margine proprio Fedriga -. Abbiamo chiesto che questa unità sia autonoma, cioè che possa lavorare immediatamente al confine senza bisogno di aggiungere altre nostre risorse. A oggi non abbiamo chiarezza sui numeri» dei profughi ucraini «da qui in prospettiva, perché è molto dinamica la situazione. L’Unione Europea parla di più di 4 milioni di persone fuggite dall’Ucraina: principalmente vanno nei paesi limitrofi ma ci aspettiamo un aumento. Questo aumento - ha aggiunto Fedriga - deve essere declinato dal punto di vista dell’accoglienza nel nostro paese, se si presenterà, e dal punto di vista della richiesta di sanità» e della tutela dei minori, in particolare di quelli non accompagnati, che rientrano in una fascia d’età «totalmente diversa», più bassa, rispetto a quella di chi arriva con «l’immigrazione che abbiamo subito fino a ora». 


I CONTRIBUTI


Sempre durante la prima riunione che è andata in scena ieri a Palmanova, si è parlato anche delle risorse che dovranno essere messe a disposizione dei territori per l’accoglienza dei migranti, con un focus sui bambini che scappano dalla guerra. Ed è comparsa anche una cifra: quarantacinque euro a rifugiato per garantire l’accoglienza e l’inserimento. «Una somma che per i bambini potrebbe essere anche più alta - ha spiegato in separata sede Fedriga -. Ci troviamo di fronte a un’immigrazione di tipo nuovo. Si tratta di bambini piccoli che hanno bisogno dell’inserimento scolastico, di imparare la lingua. Non siamo più di fronte a diciassettenni come in passato. Sarà importante anche l’impegno del terzo settore nella macchina dell’accoglienza». Un altro tema, questo, discusso durante la riunione strategica che ha aperto i lavori di Palmanova. In Friuli ieri c’era anche Il delegato Anci immigrazione Matteo Biffoni. «Siamo davanti a una situazione eccezionale che richiede uno sforzo epocale. Noi sindaci siamo pronti a fare la nostra parte nella maniera più efficace possibile - ha sottolineato- ma sappiamo di essere di fronte ad una situazione molto complessa e delicata proprio perché riguarda la vita di migliaia di minori, in tanti casi soli, che diventano diretta responsabilità del nostro Paese e dei Comuni. Per questo è necessario offrire le migliori capacità e le migliori strutture a disposizione, attraverso regole certe e uniformi su tutto il territorio nazionale». 

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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