Quindicimila tonnellate, tra lamiere e bramme.
IL NODO
A inquadrare una situazione paradossale, è il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino. La realtà stride, in un mondo - quello industriale friulano - che lamenta la mancanza dell’acciaio per continuare a tenere i forni accesi. Nei porti dell’Alto Adriatico, infatti, di acciaio ce ne sarebbe. Il problema è che non si può toccare, a meno di non voler pagare penali che arrivano fino al 25 per cento per lo sdoganamento. «Tutto deriva da una norma comunitaria che risale ormai a quattro anni fa - ha spiegato D’Agostino parlando della situazione dell’acciaio e dei porti commerciali - e che prevede limiti alle importazioni dell’acciaio prodotto in Cina». Il problema, in questo caso, sono i metodi di produzione. Quelli di Pechino non sono “green” come l’Europa vorrebbe e per questo - a causa delle alte emissioni in patria - è stato deciso di imporre dei limiti molto pesanti all’importazione del materiale. Limiti che ad esempio non riguardavano l’Ucraina. «Con la politica comunitaria verso la transizione energetica - ha spiegato sempre D’Agostino - è di fatto calata la disponibilità del materiale. Da un anno e mezzo l’acciaio europeo non è praticamente più in circolazione e quello cinese è fermo nei porti. Ce l’abbiamo (in misura minore anche a Trieste, mentre le tonnellate aumentano a Marghera e Ravenna, ndr) ma non possiamo sdoganarlo».
IL METODO
In realtà qualche finestra per sbloccare l’acciaio cinese che ora tanto servirebbe alle aziende ci sarebbe anche. Il problema è che la possibilità viene aperta dalle norme europee ogni tre mesi. Quindi solamente quattro volte l’anno. È la politica del contingentamento delle importazioni dal “gigante” asiatico. «E dopo due giorni - ha aggiunto ancora D’Agostino - ti ritrovi ad aver già esaurito le quote di importazione. Il risultato? L’Europa, vista la situazione in Ucraina e il problema sul materiale cinese, rimane senza acciaio». E queste norme sono state rinnovate meno di un anno fa, nel luglio del 2021.