Caccia alla grotta "mostro" dentro l'Abisso dell'Ottavo Nano: una cascata di oltre 50 metri di altezza

Giovedì 10 Settembre 2020 di Michelangelo Scarabellotto
Caccia alla grotta "mostro" dentro l'Abisso dell'Ottavo Nano: una cascata di oltre 50 metri di altezza
1
SACILE - Dopo mesi di pausa forzata dovuta al lock-down, gli esperti del Gruppo speleologico Sacile, assieme agli amici dell'Unione Speleologica Pordenonese Cai, hanno ripreso la loro attività di esplorazione e ricerca lungo il versante settentrionale del Colciavath, nel Comune di Claut. «Nel mese di agosto, - informa Filippo Felici, del gruppo sacilese - è stato organizzato un campo di esplorazioni che ha visto una ventina di specialisti accamparsi nei pressi di Casera Colciavath e al Rifugio Pradut, per proseguire l'esplorazione delle grotte dell'area e i risultati non sono mancati». All'interno della cavità denominata Abisso dell'Ottavo Nano, il cui imbocco si trova a 1780 metri di quota, è stata raggiunta la profondità di 350 metri. Le esplorazioni si sono arrestate momentaneamente e solo per mancanza di corde da installare sull'orlo di un grande baratro/cascata di oltre 50 metri di altezza. Questa cavità è ora la più estesa dell'area e attualmente supera il chilometro e mezzo di estensione.

Contemporaneamente alcune squadre si sono cimentate nell'esplorazione di un nuovo grande e difficile antro cavernoso, l'Abisso Woodstock, il cui imbocco si trova a 1610 metri di quota. Superate una lunga serie di strettoie, al limite del passaggio di un corpo umano, dopo aver sceso un grande pozzo che scende nel vuoto per 80 metri, gli esploratori si sono fermati a 200 metri di profondità, anche qui per mancanza di materiale, di fronte a un ulteriore passaggio, che richiede l'installazione di ganci e corde. Durante il campo sono stati inoltre mappati dei nuovi imbocchi, la cui esplorazione verrà effettuata nei prossimi mesi. L'area del Colciavath si trova nell'area più orientale del Monte Resettum e rappresenta una delle più importanti aree carsiche della provincia di Pordenone. 

ANTRO MADRE
Gli speleologi non escludono che, nelle zone più profonde del massiccio, possa esserci un'unica grande grotta, che si estende oltre un chilometro, che unisce tutte le altre grotte dell'area, i cui ingressi tappezzano le pendici di queste montagne. Il sogno di questi veri e propri geografi del terzo millennio è entrare in questo complesso, che loro chiamano mostro e seguire il flusso delle copiose acque, il cui punto di risorgenza non è ancora noto. Il Gruppo Speleologico Sacile, sodalizio di utilità sociale fondato nel 1971, è composto esclusivamente da volontari e opera da sempre nella ricerca ed esplorazione delle cavità carsiche, principalmente nel territorio provinciale, ma non disdegnando la ricerca in territori extraregionali o, addirittura, oltre confine e anche extraeuropei. 

CORSI E LEZIONI
«Le nostre ricerche - spiega Felici - hanno come scopo la tutela e la valorizzazione dei fenomeni carsici, entro i quali scorrono le acque che vengono spesso utilizzate a scopi idrici. Annualmente, tramite i nostri numerosi istruttori qualificati (molti dei quali, tra le altre cose, anche componenti del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico), organizziamo corsi per insegnare le più sicure tecniche di progressione, convegni sul carsismo, escursioni in grotta per i nuovi soci, collaboriamo con istituti scolastici per lezioni a tema e con le amministrazioni locali nell'organizzazione di eventi che richiedono l'utilizzo di tecniche speleo-alpinistiche (extreme-days, volo della Colombina)». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci