Green pass, in pochi giorni +23% di certificati di malattia. E i medici adesso protestano

Martedì 19 Ottobre 2021 di M.A.
Il presidente dell'Ordine dei medici, Guido Lucchini

Per capire le ragioni alla base dell’allarme, basta un numero. È ufficiale e “crudo”: in una settimana, dopo l’introduzione del Green pass sanitario per accedere ai luoghi di lavoro, i certificati di malattia “firmati” dai medici della provincia di Pordenone sono letteralmente “esplosi”. Più 23 per cento rispetto al periodo immediatamente precedente. 
È un numero che da solo non indica necessariamente un atto illecito, ma che disegna un quadro perlomeno sospetto, dal momento che la coincidenza con l’ingresso “a ruolo” del Green pass sembra piuttosto netta.

 IL MESSAGGIO

Di fronte a questi dati, peraltro in linea con quelli di altre regioni, è sceso in campo l’Ordine dei medici. Non per accusare, dal momento che sino ad ora non sussistono prove certe in merito a presunti certificati di malattia non veritieri, bensì per mettere in guardia tutti i colleghi e per ricordare quali sono i rischi in cui si incorre nel caso in cui una dichiarazione risulti non corrispondente alla realtà dei fatti. 
«Si pensa sempre al medico di medicina generale quale unico professionista che possa redigere i certificati - ha detto Lucchini -, ma dobbiamo sapere che questo certificato dovrebbe essere redatto da tutti i medici in genere, che dovrebbero possedere le credenziali per entrare e inviare telematicamente la documentazione». 
Dopo la necessaria premessa, Lucchini affronta il cuore del problema. «Confido sempre nella correttezza dei colleghi - illustra il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Pordenone -, affinché aderiscano alle buone pratiche, peraltro non ho sentore di medici specifici che si siano discostati da questo principio. Certificati fasulli? L’Ordine interviene quando ne ha contezza e quando si viola il codice deontologico». 
Poi l’ammonizione più dura. «Se invece il certificato, da prove certe, arriva a configurare un reato, cioè un falso in atto pubblico, tutto passa nelle mani della magistratura.

E così assolutamente dev’essere». Un’ipotesi estrema, ma che non sembra nemmeno così estrema se si pensa ai numeri riscontrati negli ultimi giorni in provincia e anche nel resto della regione.

 LE PROCEDURE

Ecco infine il passaggio chiave, che mette in luce il vero problema che affrontano in questi giorni sia i medici che le aziende. «La certificazione di malattia - spiega ancora Guido Lucchini - viene rilasciata sulla base dei sintomi, sui segni rilevati dal medico e sui dati diagnostici. Per valutare è necessario un contatto. Il certificato non in presenza è vietato dalla legge». 
Invece le segnalazioni, per ora informali, parlano di ben altro, cioè di certificati rilasciati anche telefonicamente. La stessa dinamica era stata notata quando si era alle prese con il ritorno a scuola degli insegnanti e dei membri del personale Ata. Anche allora si era assistito all’impennata delle certificazioni mediche. 

Ultimo aggiornamento: 18:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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