Sergio Bolzonello grande elettore per l'opposizione (con Fedriga e Zanin della maggioranza)

Martedì 11 Gennaio 2022 di Antonella Lanfrit
Sergio Bolzonello, ex sindaco

PORDENONE - Il partito d'opposizione con il maggior peso numerico in Consiglio regionale, il Pd, ha deciso: l'uomo da mandare a Roma in rappresentanza della minoranza per partecipare all'elezione del presidente della Repubblica è Sergio Bolzonello, già sindaco di Pordenone, vicepresidente del Friuli Venezia Giulia e assessore alle Attività produttive nella giunta Serracchiani, candidato alla presidenza per il centrosinistra nel 2018, attuale consigliere regionale.

LA DECISIONE
È stata presa ieri e la proposta è stata estesa al resto dell'opposizione, poiché l'operazione cui sta lavorando il Partito Democratico è riuscire a far convogliare su questo nome tutti partiti in antitesi al centrodestra. «Sarebbe un bel segnale», ha considerato subito dopo la conclusione dei lavori il capogruppo Dem Diego Moretti, che non ha potuto usare l'indicativo. Resta, infatti, ancora l'incertezza sulla riuscita dell'intento.

TASSELLO MANCANTE
È quello del Movimento 5 Stelle. Se con Bolzonello in pista cadono le riserve del Patto per l'Autonomia, che nei giorni scorsi con il capogruppo Massimo Moretuzzo aveva posto il veto su una figura squisitamente politica il capogruppo o il segretario regionale del Pd e aveva, invece, dato sostanziale via libera a una figura «più laica», i pentastellati non si sono sbilanciati neppure dopo aver saputo ufficialmente la proposta del Pd. «Dobbiamo parlarne al nostro interno, perché ci sono posizioni diverse», ha spiegato ieri sera il capogruppo del M5S in Consiglio regionale Andrea Ussai.

Una di queste posizioni riguarda il fatto che il gruppo aveva già messo a punto una propria strategia: designare una donna, la consigliera Ilaria Dal Zovo, per rappresentare entrambi i generi nella pattuglia dei grandi elettori che dal Friuli Venezia Giulia andrà a Roma per la scelta del presidente della Repubblica, posto che per il centrodestra e pressoché sicuro che i due designati saranno uomini: il presidente della Giunta Massimiliano Fedriga e il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin. L'esponente pentastellata, inoltre, una volta arrivata a Roma, avrebbe anche un'altra missione: votare una donna al Quirinale.

LA DECISIONE UFFICIALE
È in questa progettualità interna al M5S che cala la proposta del Pd di convergere su Bolzonello. Sul quale, per altro, proprio i pentastellati non hanno validi motivi per dire «no». Da qui la sospensione della decisione ancora per qualche ora, in attesa del voto in Consiglio fissato per giovedì 13 gennaio. La votazione sarà a scrutinio segreto e saranno eleggibili tutti i 49 consiglieri, uno dei quali, in applicazione a quanto previsto dall'articolo 83 della Costituzione, di minoranza. Al di là dell'iter formale, però, è ormai certo che i giochi sono di fatto chiusi prima ancora di entrare in Aula.

LA VIA D'USCITA

Il M5S potrebbe salvare il proprio progetto iniziale e allo stesso tempo non boicottare il Pd grazie proprio alla modalità di voto per la designazione dei grandi elettori: ogni consigliere può indicare due nomi ed è previsto il ballottaggio nell'eventualità di pari merito tra i secondi della maggioranza e tra i primi due o più consiglieri dell'opposizione. I pentastellati potrebbero votare sia Dal Zovo che Bolzonello, contribuendo alla sua elezione. Ammesso che accada, ciò non vorrà dire ancora nulla circa possibili convergenze per le regionali del 2023. «Questa è una partita a sé, è del tutto prematuro prefigurare ciò che sarà nella primavera del prossimo anno», ha concluso il Dem Moretti.
 

Ultimo aggiornamento: 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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