Giornata per le vittime del comunismo, l'assessore Parigi: «La celebriamo il 9 novembre, giorno della caduta del Muro»

Mercoledì 26 Ottobre 2022 di Marco Agrusti
Alberto Parigi
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PORDENONE - C'è il 27 gennaio, Giornata della memoria dedicata al dramma dell'Olocausto. C'è il 10 febbraio, Giorno del ricordo che vuole mantenere accesa la luce sulla tragedia delle foibe e dell'esodo istriano-dalmata. A Pordenone ci sarà anche il 9 novembre, che diventerà dedicato al ricordo delle vittime dei regimi comunisti d'Europa e non solo. Nonché alla caduta del Muro di Berlino, sancita proprio il 9 novembre del 1989.

L'iniziativa è stata pensata, voluta e infine varata dall'assessore alla Cultura Alberto Parigi. Uno e uno solo il messaggio: «Si parla solo delle vittime del fascismo e del nazismo, mentre si dimenticano i milioni di morti del comunismo nel mondo. Noi siamo contro tutti i totalitarismi».
Inevitabile che la premessa possa scatenare una discussione, d'altronde il tema è spesso scivoloso, nonché a portata di ideologie contrapposte. Ma tant'è, resta il fatto: Pordenone (prima in regione tra le città capoluogo) avrà una giornata dedicata a chi ha perso la vita a causa dei regimi brutali e oppressivi che come bandiera avevano la falce e il martello. Nel XX Secolo ma non solo.

L'IDEA
In realtà si partirà ben prima del 9 novembre, data che coincide con la caduta del Muro e la simbolica fine della separazione del mondo in due blocchi.
Il preludio si vivrà il 3 novembre, la settimana prossima, quando nella sala Degan della biblioteca civica sarà presentato il libro Città divise di Daniele Dell'Orco. Un viaggio in quelle città che ancora oggi vivono la loro quotidianità tra muri e barriere. Sarà quella l'occasione per presentare anche il resto delle iniziative che comporranno l'evento dedicato alle vittime del comunismo nel mondo. La commemorazione, poi, si ripeterà ogni anno. E già dalla prossima settimana coinvolgerà anche le scuole della città.

IL MESSAGGIO
Un dibattito annoso, quello sul perché manchino ancora commemorazioni ufficiali legate alla brutalità dei regimi nati e cresciuti all'ombra della falce e il martello.

Nulla a che vedere con la sinistra italiana, questo dev'essere chiaro: ciò che si vuole ricordare è il totalitarismo pensato e attuato dall'Unione Sovietica ai regimi che ancora oggi (si pensi ad esempio alla Corea del Nord) si fanno chiamare repubbliche popolari quando invece si mostrano al mondo come delle dittature belle e buone.

LA SPIEGAZIONE
«Quella di commemorare anche le altre vittime, quelle di cui non si parla mai, è stata una mia idea - spiega senza giri di parole Alberto Parigi -. Nella memoria c'è un buco. Si fa sempre troppo poco riferimento ai morti causati dal comunismo, che sono milioni. Si parla sempre del Muro di Berlino ma si evita accuratamente l'accenno alla brutalità che fu propria anche di quel regime». E in questo caso il riferimento corre alla Repubblica democratica tedesca, la Germania Est.

LA POLEMICA
«Ho cercato delle pubblicazioni - è andato avanti Alberto Parigi - ma in italiano c'è poco o nulla, a parte lo storico Libro nero del comunismo. Dobbiamo ricucire questa memoria, è un fatto di giustizia. Dobbiamo gridare il fatto di essere contro ogni forma di totalitarismo, senza pregiudizi di natura ideologica o morale. Noi a Pordenone abbiamo deciso di riaccendere la luce proprio su questo aspetto. Il 9 novembre ricorderemo la fine di quei regimi causata dalla caduta del Muro di Berlino e manterremo alta l'attenzione nei confronti di quei totalitarismi che esistono e sono in vita ancora oggi nel mondo».
 

Ultimo aggiornamento: 18:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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