Crac Gaiatto, nuova beffa per le vittime: risarcimenti con il contagocce, in arrivo solo poche centinaia di euro

Domenica 20 Giugno 2021
Fabio Gaiatto
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PORDENONE - Ci sono 157mila euro nel conto corrente aperto dalla Procura di Pordenone per le vittime della Venice Investment Group. Il procuratore Raffaele Tito ha preteso un ristoro, anche simbolico, da ogni imputato che ha chiesto di patteggiare. A suo tempo aveva chiesto alle parti civili di inviare l'Iban delle vittime. Hanno risposto circa in 700 e a ognuno andrà una parte della magrissima fettina di torta. Sono soltanto poche centinaia di euro, briciole rispetto al danno patito.

Ma il recupero delle somme è diventata un'impresa titanica. In piedi ci sono sequestri conservativi e cause civili contro le banche slovena e croata. Ciò che è stato sequestrato a Gaiatto, infatti, è stato confiscato e acquisito dallo Stato, nulla va alle parti civili. 

Il processo ai collaborati di Fabio Gaiatto, l’artefice della truffa da 67 milioni di euro con la Venice Investment Group, è ricomincia ieri da sei patteggiamenti. Il procedimento era finito nel “congelatore” a causa della pandemia e dell’impossibilità di reperire spazi sufficientemente ampi per garantire i distanziamenti. L’ultima udienza è di marzo 2020, quando il procedimento si è spezzato in ulteriori due tronconi: da una parte chi aveva trovato un accordo per i patteggiamenti scaturiti da una modifica al capo di imputazione, con tanto di risarcimento finito nella cassa comune aperta dalla Procura per le vittime, dall’altra le posizioni di coloro che intendono affrontare un abbreviato o non hanno ancora deciso se accordarsi con la Procura.

I sei imputati che ieri hanno patteggiato sono stati stralciati dal “processo madre”. Davanti a un nuovo collegio, presieduto dal giudice Iuri De Biasi (a latere Milena Granata e Francesco Tonon), è stata pronunciata sentenza per Marija Rade, 67 anni, la commercialista slovena chiamata a rispondere di associazione per delinquere, truffa aggravata, autoriciclaggio e attività finanziaria abusiva. L’avvocato Damijan Terpin ha concordato con il procuratore Raffaele e Tito e il pm Monica Carraturo una pena a 2 anni e 5mila euro di multa (sospesa solo la pena detentiva). Disposta la confisca delle cambiali di diritto croato emesse a beneficio di Venice e i crediti in sequestro vantati dalla stessa Venice (erano contestati 78 contratti di finanziamento per 11,5 milioni; lei stessa era beneficiaria di un prestito). L’imputata ha risarcito 50mila euro.

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Ma ieri le restrizioni dovute alla pandemia hanno impedito ai legali dei risparmiatori truffati di essere compatti in aula. Erano presenti - in rappresentanza di decine di colleghi - Serenella Giacomel per il Comune di Portogruaro, Gianluca Liut, Alfio Cicuto, Rosa Parenti, Fabio Pavone e Geni Drigo per i propri clienti e altri 48 studi legali. Hanno dovuto far sentire la loro voce, perchè gli imputati avevano chiesto al Tribunale di non essere condannati a pagare le spese legali alle parti civili. «Mi sono opposto alla compensazione delle spese legali - ha spiegato l'avvocato Liut - chiedendo ai giudici che riconoscessero, sin dall'inizio del processo, le spese della difesa». Ed è stata questa la decisione presa dal Tribunale, che ha condannato i sei imputati che ieri hanno patteggiato a pagare in solido le spese di costituzione di parte civile.


Sono 903 le parti civili costituite nei confronti di Marija Rade, Claudia Trevisan, Massimiliano Vignaduzzo, Giulio Benvenuti, Luca Gasparotto e per il solo Zussino - caduta l'associazione per delinquere - sono 24. I primi cinque sono stati condannati a rifondere in solido spese di costituzione di parte civile per oltre 101mila euro, a cui aggiungono 11.905 euro relativi a Zussino. Una volta calcolati accessori di legge e Iva, la cifra sale a circa 165mila euro.


Ieri, ulteriore nota di soddisfazione per le parti civili, è il fatto che il Tribunale nel confermare i patteggiamenti non abbia ritenuto che ci fossero gli estremi per dichiarare proscioglimenti, come era stato chiesto, ad esempio, dalla difesa del friulano Zussino, l'avvocato Elisabetta Zuliani. A opporsi alla richiesta è stato ancora Liut, ricordando ai giudici che «la responsabilità penale dell'imputato risulta, al pari degli altri imputati, provata dagli atti del processo».
 

Ultimo aggiornamento: 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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