Truffa Venice, i milioni di Gaiatto dirottati su una decina di società

Giovedì 7 Marzo 2019
Truffa Venice, i milioni di Gaiatto dirottati su una decina di società
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Cliente a rischio, totalmente a rischio, potenziale perdita per i risparmiatori. Queste parole usava lo studio Consultum Komparic doo di Pola analizzando i conti delle società di Fabio Gaiatto, il trader di Portogruaro a processo per associazione a delinquere, truffa, abusivismo finanziario e autoriciclaggio. La società di revisione croata che verificava la correttezza dei bilanci della Venice Investment Group concludeva i suoi audit con commenti negativi sulle operazioni fatte sui conti croati, attivi alla Zagrebaka banka, della Venice Investment Holding Ltd di Londra. Gaiatto si è sempre difeso sostenendo che i suoi collabroatori gli avrebbero sottratto 12 milioni. La cosa certa è che i soldi dei risparmiatori non venivano investiti nel forex, come si legge nei contratti redatti in inglese tra Gaiatto e le vittime. Una buona parte è stata investita in immobili (come quelli sequestrati dalla Procura per circa 4  milioni) o ridistribuiti attraverso altre società che hanno come socio unico alcune delle vittime delle estorsioni croate attribuite a Gaiatto e al presunto clan dei Casalesi. Il revisore sostiene di non essere in grado di ricostruire questi passaggi di denaro che stanno facendo ammattire la Guardia di finanza. I motivi sono sempre gli stessi: o Gaiatto non ha mai depositato il contratto relativo all'operazione finanziaria; o dai documenti bancari non si identifica chi ha fatto i pagamenti e la banca non fornisce informazioni; oppure Marija Rade, commercialista slovena di Gaiatto, non sa dare indicazioni. In questo modo si perde traccia di quasi 6 milioni.
ZERO CONTRATTITra il 7 febbraio e il 6 aprile 2017, ad esempio, ci sono 1,6 milioni trasferiti alla inglese Property Transfer Group Ltd per realizzare appartamenti. Secondo il revisore, l'affare non si sarebbe concluso e Gaiatto avrebbe avviato la procedura per far rientrare il finanziamento, di cui non si saprà nulla fino al luglio 2019. Stessa giustificazione per altri 693mila euro finiti alla Angels Consultants Englad Ltd e per 371mila girati a un ex direttore di Venice. Nessun contratto e nessuna indicazione su chi abbia fatto pagamenti per decine di migliaia di euro a Unis Capital Trading Ltd. 
AUTO DI LUSSOCi sono poi bonifici fino a 548mila euro con la Dogi Rent sro, società in liquidazione dal 12 luglio 2018. E con la Dogi Investment Group AS per 112mila euro. Sono due società create lo stesso giorno - 7 aprile 2017 - e dalle quali Gaiatto ha noleggiato auto di lusso, come le due Porsche e il Range Rover che lui usava. O la Range Rover Evoque di Najima Romani e altre vetture messe a disposizione dei suoi principali collaboratori (tra cui Porsche Cayenne e Maserati).
FIRMA FALSASostanzioso - 1,5 milioni - anche il bonifico del 1. giugno 2017 alla Pan Investment doo. Scrive il revisore di Consultum Komparic doo che «il signor Fabio Gaiatto dice di non aver ordinato il pagamento e che c'è la sua firma falsificata sul documento della banca». Anche in questo caso si sottolinea che la Rade «non ne era a conoscenza». Il revisore segnala inoltre che potrebbero essere state emesse fatture false in merito a 103.500 euro bonificati alla Real tax doo tra il 4 e 6 ottobre 2016 e ad altri 135.550 euro dirottati alla Real Tax Group doo. Curioso anche l'audit su una serie di operazioni fatte tra ottobre 2016 e febbraio 2017 dalla commercialista croata di Gaiatto per 466 mila euro: dal conto della Venice Investment Holding, sul quale aveva la delega ad operare, il denaro viene accreditato sul conto privato del trader di Portogruaro. Con il processo alle battute iniziali, vi è la massima attenzione su queste operazioni, estremo tentativo per recuperare qualcosa per il migliaio di parti civili costituite contro Gaiatto e i suoi collaboratori.
Cristina Antonutti
Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 15:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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