POLCENIGO - A incastrarlo, sette anni dopo il furto nella pizzeria Da Genio, al Gorgazzo, era stato il test del Dna. Gianfranco Serra, 61 anni, sardo residente a Sacile, la notte del 15 luglio 2012 si era ferito spaccando una finestra e mandando in frantumi i vetri. Lasciò tracce di sangue su una lettera rimasta sul bancone del locale e in un cassetto sotto il registratore di cassa. I reperti raccolti dai carabinieri della Compagnia di Sacile rimasero a lungo nella banca dati del Ris di Parma, finchè il Dna non risultò compatibile con quello estrapolato da una lattina di birra lasciata dal ladro che il 30 ottobre 2015 andò a rubare al supermercato Mora di Polcenigo. Sorpreso dai proprietari, nella fuga Serra si fratturò una gamba scavalcando una recinzione. I carabinieri lo rintracciarono, ma furono in grado di attribuirgli l'intrusione soltanto quando i colleghi del Ris individuarono il Dna sulla lattina di birra.
Ieri Serra, difeso dall'avvocato Roberto Arduini, a distanza di quasi nove anni dal furto, è stato condannato dal giudice mponocratico Milena Granata a sei mesi di reclusione e 160 euro di multa. Quella notte l'imputato, all'epoca domiciliato nel centro diurno di Valvasone Arzene, si ferì spaccando il vetro di una finestra della pizzeria e non badò alle tracce ematiche lasciata sul bancone. Si impadronì di 540 euro in contanti: 450 li trovò nel registratore di cassa, altri 90 in un barattolo dove gli avventori della pizzeria lasciavano offerte destinate all'accudimento dei cani randagi.
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