Friuli divora energia più delle altre regioni d'Italia: ecco i dati choc che gonfiano le bollette

Martedì 14 Giugno 2022 di Marco Agrusti
La rete elettrica

Case troppo vecchie e inefficienti dal punto di vista energetico, soprattutto rispetto alle esigenze imposte dalle turbolenze di questo avvio del terzo decennio del nuovo secolo.

Poca propensione (e spesso una scarsa educazione) al risparmio, con una campagna informativa ancora insufficiente da parte delle istituzioni. Un vasto territorio montano in cui per una buona parte dell’anno la luce naturale arriva per meno ore rispetto che altrove. Sono solo alcune cause che concorrono alla formazione di un risultato allarmante, soprattutto considerando il quadro storico esistente: il Friuli Venezia Giulia è la regione d’Italia in cui si registra il consumo pro capite d’energia più alto in assoluto. I cittadini della nostra regione “bruciano” energia più degli omologhi lombardi, piemontesi o veneti, cioè facenti parte di regioni con una popolazione molto più ampia e con un tessuto industriale al vertice del Paese. 


I NUMERI


La fonte del rapporto, aggiornato agli ultimi giorni di maggio, quindi recentissimo, è la società Terna, che gestisce le reti elettriche su tutto il territorio nazionale. E basta un solo grafico per rendere estremamente chiara la situazione. Il Friuli Venezia Giulia ospita sì aziende energivore, ma è prima di tutto una regione intera ad essere lei stessa energivora. Con in testa alla classifica i cittadini. Ogni abitante del Friuli Venezia Giulia, infatti, secondo le rilevazioni di Terna consuma in media 8.340 kilowattora di energia elettrica ogni anno. E non c’è alcun paragone che regge a livello nazionale. La Lombardia, la regione più popolosa e produttiva del paese, ad esempio, si piazza al secondo posto, con 6.642 kilowattora a persona in 12 mesi di utilizzo di energia. Completa il podio l’Emilia Romagna con 6.345 kilowattora per ogni cittadino. In coda alla graduatoria, invece, tre regioni del Sud come Calabria, Campania e Sicilia, mentre al quartultimo posto si piazza la Campania. 


LE CAUSE


Come detto, le ragioni alla base della statistica sono molte, ma resta un quadro allarmante di una regione ancora incapace di risparmiare energia. Al primo posto, tra gli effetti scatenanti, è l’età media degli edifici, con intere città il cui patrimonio è in gran parte risalente al secondo Dopoguerra. Il superbonus ha permesso di migliorare le caratteristiche energetiche di alcuni edifici, ma per quanto riguarda i privati sono ancora troppe le abitazioni che disperdono ogni anno centinaia e centinaia di kilowattora a causa di pareti ormai anziane e di isolamenti scadenti. In sofferenza, però, ci va particolarmente la montagna, dove le ore di luce sono nettamente inferiori e dove le temperature rigide costringono i residenti a spendere di più per l’energia elettrica. 


LE ALTERNATIVE


È sempre la società Terna, poi, a chiarire - regione per regione - quale sia la quantità di energia che si riesce a produrre (e quindi di seguito a mettere in circolo nella rete per diminuire la dipendenza dalle sorgenti classiche) grazie alle fonti rinnovabili. E anche in questo caso in regione si può fare nettamente meglio. Esemplificativo il dato dell’eolico, con zero Megawatt prodotti sul territorio del Friuli Venezia Giulia. La maggior parte dell’energia che si ottiene grazie all’utilizzo di più o meno innovative fonti rinnovabili arriva invece dal settore del fotovoltaico, che in regione garantisce circa 531 Megawatt per il territorio. Al secondo posto c’è il comparto della produzione idroelettrica, che conta sulel centraline e sui grandi impianti. È in grado di fornire circa 523 Megawatt alla nostra rete elettrica. Male invece le bioenergie, con soli 139 Megawatt prodotti. 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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