Fotovoltaico, nuova beffa solo per gli impianti vecchi. Quelli moderni si salvano

Mercoledì 24 Agosto 2022
Fotovoltaico, nuova beffa solo per gli impianti vecchi. Quelli moderni si salvano
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PORDENONE - Tiene banco la discussione, nata sul Gazzettino, in merito ai benefici reali degli impianti fotovoltaici domestici.

La polemica è legata soprattutto al prezzo pagato dai gestori ai privati per le cosiddette eccedenze, cioè per quella quantità di energia che caratterizza il surplus, tolte quelle autoconsumata e scambiata sul posto. Ad intervenire, dopo le lamentele del lettore valvasonese Gianpiero Avoledo, è l'amministratore della società pordenonese Omniaenergy, specializzata nel settore. «Tale meccanismo - spiega riferendosi alla cessione a un determinato prezzo dell'eccedenza - comunque discutibile e sicuramente oggetto di ricorsi, è e sarà riservato solo a chi ha un fotovoltaico entrato in funzione negli anni 2007-2013 che beneficia del conto energia e agli impianti entrati in esercizio prima del 2010. Non si applica quindi agli impianti realizzati da poco o ancora da realizzare». Un dato importante che mette uno steccato tra il fotovoltaico di una volta e quello invece più moderno, spesso figlio di lavori recenti e legati anche all'esplosione dei bonus statali. «Anche noi - prosegue - siamo contrari a questo prelievo forzoso, ma va ricordato con forza che tale è solo per chi l'impianto se l'è già ampiamente pagato». «A decorrere dal 1° febbraio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 - recita la legge - è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell'energia, in riferimento all'energia elettrica immessa in rete da impianti di potenza superiore a 20 kW alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione, entrati in esercizio in data antecedente al 1° gennaio 2010.


LA REPLICA
Sul tema interviene però nuovamente Avoledo, che precisa una serie di aspetti. «La possibilità di avere il proprio fotovoltaico e di collegarlo alla rete elettrica nazionale è nata nel 2005. Siccome gli impianti avevano dei costi rilevanti, veniva stabilito un contributo (un incentivo vero e proprio) attraverso il c.d. conto energia che ammontava, nel 2005, a circa 0,50 per ogni kw. prodotto dall'impianto; e ciò per la durata di 20 anni dalla messa in funzione. Poi ci sono stati il secondo, il terzo, il quarto conto energia (per il quarto, ad esempio, il contributo scendeva a 0,272/Kw). Per un impianto medio/piccolo da 6 Kw., la cui produzione media annuale ammonta a circa 7.000 kw., il puro contributo (indipendente da consumi) era quindi pari a circa 3.500 euro/anno per un periodo di 20 anni (nel 2005). Quindi 70.000 euro totali. È corretto quindi che qualcuno sostenga di avere ammortizzato il proprio impianto dopo soli 10 anni. Questi incentivi sono però terminati con il quinto conto energia del 2013. Le eccedenze (che pur sempre sono Kw. prodotti dal tuo impianto e ceduti alla rete) vengono compensate con pochi centesimi) mentre il contributo in scambio sul posto prevede che l'utente paghi normalmente la bolletta ai prezzi di mercato per poi ottenere (dopo un anno circa) un rimborso pari a circa il 70% di quanto aveva speso, senza considerate Iva ed oneri aggiuntivi».
 

Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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