Fototrappole per migranti, è polemica tra Fedriga e Serracchiani. Il presidente difende la scelta, la dem attacca

Martedì 21 Marzo 2023
Esempio di fototrappola

Il posizionamento lungo il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia delle fototrappole, anticipato domenica sul Gazzettino, diventa un caso politico nazionale. Da un lato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, che difende la scelta; dall'altro chi l'ha preceduto in piazza Unità, cioè la dem Debora Serracchiani.
«È molto positivo - ha detto Fedriga - che vengano distribuite delle fotocamere per i controlli ai confini, perché riuscire a intercettare i percorsi che compie l'immigrazione irregolare e a intercettare i passeur è un contrasto importante e devo dire molto deciso a chi tratta carne umana e a chi guadagna sul traffico di esseri umani. Sono rimasto sconvolto - ha precisato Fedriga - per le polemiche, perché evidentemente bisogna anche negare di avere le strumentazioni per combattere i trafficanti. Mi sembra una cosa folle e inumana».
Pronta la replica di Serracchiani: «Sarà un caso se le fototrappole rivedono la luce a dieci giorni dal voto regionale in Friuli Venezia Giulia? È un altro esempio di quella tipica propaganda della destra che a livello nazionale si sta squagliando alla prova dei fatti e dei numeri. Non occorre nemmeno spiegare quanto sia inutile qualche dozzina di fotocamere dislocate a controllare migliaia di persone che si muovono su un confine lungo trecento chilometri col preciso intento di chiedere asilo. E magari potessero servire davvero ad acchiappare i passeur, che dopo questo battage immagino si metteranno in posa davanti agli obiettivi. Gli effetti della rotta balcanica li abbiamo già provati nel 2016, ora tocca al governo Meloni attuare politiche di gestione efficaci, collaborando con la Regione». Così appunto la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, dopo che è stata annunciata la consegna di fotocamere alle forze dell'ordine di Trieste e Gorizia, da collocare nelle zone boschive di confine tra Italia e Slovenia, sui sentieri della Rotta balcanica.
I dispositivi sono 65, acquistate alla fine del 2021 dalla Regione Fvg, e sono in consegna alla polizia locale di Trieste.

Questa, a sua volta, le distribuirà alle altre forze dell'ordine. Per la precisione: 50 saranno distribuite nel capoluogo giuliano (20 alla Questura, 10 al Comando provinciale dei carabinieri, 10 a quello della Guardia di finanza; le altre resteranno alla Polizia locale). Le altre 15 saranno in parte consegnate alla Questura di Gorizia. L'obiettivo, come annunciato nel 2020, è ottimizzare gli interventi di contrasto al fenomeno e favorire le riammissioni in Slovenia, una volta che si possa provare che l'immigrato è arrivato in Italia irregolarmente dal Paese confinante. Ma probabilmente le apparecchiature non saranno utilizzate soltanto nelle zone di valico: possono essere spostate con facilità, le batterie sono alimentate con pannelli solari, quindi saranno sicuramente impiegate anche per funzioni di polizia giudiziaria. Come prevede il Questore di Trieste, Pietro Ostuni che immagina possano essere affidate anche a Squadra mobile, Ufficio prevenzione generale, Commissariati, allo scopo di contrastare altri reati come furti e spaccio di droga. E perché no, per monitorare fenomeni come abbandono dei rifiuti e vandalismi.

Ultimo aggiornamento: 11:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci