Forestali sospesi per assenteismo, scoperti grazie a Gps e telecamere

Sabato 15 Gennaio 2022 di Cristina Antonutti
Forestali sospesi per assenteismo, scoperti grazie a Gps e telecamere
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PORDENONE - Pause pranzo retribuite, auto di servizio utilizzate per scopi personali e l'ombra dell'assenteismo gravano su un'inchiesta aperta dalla Procura di Pordenone sull'attività di alcune guardie forestali. Il procuratore Raffaele Tito sta indagando su sette dipendenti in servizio alla stazione di Maniago, di Pinzano e alla sezione di polizia giudiziaria della Procura a Udine. Truffa aggravata ai danni della Regione Fvg e falso ideologico sono le ipotesi di reato che si stanno sondando attraverso l'apertura di due distinti fascicoli, uno dei quali trasmesso per competenza nei giorni scorsi alla Procura di Udine. Due dei sette forestali sono inoltre indagati anche per presunto peculato.

Le informazioni di garanzia, notificate in occasione delle attività di perquisizione delegate ai carabinieri di Maniago tra settembre e ottobre, riguardano il coordinatore della stazione di Pinzano, l'ispettore maniaghese Armando Rosa Gastaldo, 62 anni; il maresciallo Barbara Levis (47) di Pozzuolo del Friuli, in servizio a Udine; il coordinatore della stazione di Maniago, l'ispettore Sandro Toffolutti (58) di Pinzano; gli ispettori Alessandro Di Daniel (61) di Maniago, Franco Mazzoli (64) di Frisanco e Mario Osti (61) di Maniago; infine il maresciallo Vittorino Marcolina (57) di Frisanco. Soltanto per Rosa Gastaldo e Osti gli accertamenti riguardano anche l'ipotesi di peculato.


TELECAMERE E GPS

È in Questura, nell'ambito di un altro procedimento, che si raccolgono i primi indizi. Si parla di un dipendente regionale che durante il servizio di lavoro, tra le 8 e le 14, avrebbe svolto in diverse occasioni un'altra attività: quella di norcino nelle famiglie della zona. Il quadro è generico, l'attendibilità della fonte è tutta da verificare, ma la segnalazione viene subito condivisa con la Procura, che delega subito ai carabinieri di Maniago accertamenti molto approfonditi. Sulle auto di servizio del Corpo forestale vengono applicati Gps per seguirne gli spostamenti e verificare se vengono utilizzate anche per motivi personali, che nulla hanno a che fare con il servizio di vigilanza. Davanti a due abitazioni vengono piazzate delle telecamere. Una terza e una quarta viene installata in corrispondenza della macchinetta usata per timbrare i cartellini nelle stazioni di Maniago e Pinzano (nella frazione di Ampiano), così da verificare se durante la pausa pranzo viene correttamente segnalata l'interruzione della prestazione di lavoro.


LA SOSPENSIONE

Quale situazione abbiano fotografato le telecamere e gli apparati Gps collocati sulle vetture, rimasti attivi per alcuni mesi, al momento non è possibile saperlo. Le difese degli indagati, anche se l'indagine avrebbe già fatto passi avanti, non hanno ancora avuto accesso completo agli atti di indagine. Nè il procuratore li ha mai convocati per consentire loro di sostenere un interrogatorio e cominciare a difendersi. Il dossier raccolto dagli investigatori è stato però trasmesso in Regione, che una volta esaminate le carte si è tutelata disponendo in via cautelare la sospensione dal lavoro di cinque guardie forestali in servizio alla stazione di Maniago, tutte sottoposte a procedimento disciplinare, come la collega di Udine, assistita dall'avvocato Alberto Tedeschi. Il coordinatore di Maniago, Toffolutti, si è già difeso davanti alla Commissione della direzione funzione pubblica nel mese di dicembre giustificando con tanto di documentazione la correttezza della propria condotta. Nella giornata di ieri sono stati ascoltati i suoi quattro colleghi, tutti tutelati dall'avvocato Antonio Malattia. Entro febbraio dalla Commissione verrà presa una decisione sulle singole posizioni. Si tratta di posizioni a cui non è contestato di aver svolto attività lavorative diverse durante il servizio.


IPOTESI DI PECULATO

Il presunto peculato si ipotizza soltanto nei confronti degli ispettori Rosa Gastaldo (attualmente in ferie, come precisano i suoi legali) e Osti. Quest'ultimo dovrà spiegare agli inquirenti - come ha già fatto davanti alla Commissione - perché in alcune occasioni avrebbe raggiunto la propria abitazione a bordo dell'auto di servizio durante la pausa pranzo. Anche Rosa Gastaldo, difeso dagli avvocati Sonia Faion e Benedetta Zambon, dovrà chiarire alcuni spostamenti, inquadrati come privati, fatti con la macchina che avrebbe dovuto utilizzare soltanto per scopi lavorativi.

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