Fontane in città, da un anno acqua inquinata: nuove analisi per la potabilità

Martedì 7 Gennaio 2020 di Davide Lisetto
da oltre un anno le fontane di Pordenone non hanno acqua potabile
PORDENONE - Da quasi un anno ormai in oltre venti fontane pubbliche di Pordenone è vietato bere l’acqua. Il divieto resta infatti ancora in vigore finché non arriveranno i risultati delle analisi che periodicamente l’Amministrazione dispone per monitorare e verificare la salubrità dell’acqua che sgorga dalle fonti. A “decretare” la non potabilità dell’acqua “pubblica” nelle fontane artesiane dei diversi quartieri cittadini era stato, nel gennaio scorso, il Comune sulla base dei risultati emersi: tracce di elementi inquinanti derivanti dai pesticidi che erano utilizzati in agricoltura e che si trovano ancora nelle falde più superficiali. Una situazione che aveva portato il Comune a emanare l’ordinanza di non potabilità con la disposizione dei cartelli (non sempre rispettati e alcune volte anche tolti e fatti sparire) nelle quasi trenta fontane fuori norma. Ora c'è la volontùà di rifare le analisi per verificare la situazione.  Nello scorso mese di dicembre l’Amministrazione ha commissionato (per regola avviene ogni dodici mesi, verso la fine dell’anno) le nuove analisi ai tecnici. Ancora negli uffici comunali non sono giunti i risultati delle verifiche chimiche. In base ai dati e ai valori inquinanti che emergeranno in municipio decideranno il da farsi. Se le risultanze saranno oltre i livelli di guardia - come quelle di fine 2018 - l’ordinanza di non potabilità sarà prorogata ancora per un anno. O comunque per il periodo che il Comune deciderà, prima di disporre ulteriori e nuove indagini. La speranza è che i dati che emergeranno siano più positivi rispetto a quelli di un anno fa e che dunque le fontane - se non tutte almeno alcune - possano tornare a essere potabili.
LA SICCITÀ
Il motivo di speranza si fonda su un elemento oggettivo. Nel dicembre del 2018 la situazione relativa alla siccità e alla profondità delle falde (le fontane pescano a una profondità piuttosto limitata) era decisamente diversa rispetto a quella di questo periodo. Allora c’era una siccità molto maggiore: diversi mesi senza pioggia e senza neve in montagna avevano causato un abbassamento delle falde con una maggiore concentrazione in superficie degli elementi inquinanti. Quest’anno c’è stato un autunno piuttosto piovoso, non solo in montagna ma anche in pianura non sono mancate le precipitazioni. Una situazione che può aver contribuito a un innalzamento delle falde e quindi a una “diluizione” degli inquinanti tale da fare rientrare l’acqua delle fontane nei valori “legali”. Ma per avere la riprova bisognerà attendere i numeri.
I CARTELLI
Nel corso del 2019 il Comune ha più volte dovuto monitorare e rimettere i cartelli di non potabilità in alcune fontane poiché erano stati tolti. L’impressione è che - nonostante il divieto - un certo numero di persone si sia ugualmente rifornito nelle diverse fonti nei quartieri dove l’utilizzo dell’acqua pubblica è un’antica usanza. Le fontane ancora vietate sono quasi una trentina: nove si trovano a Vallenoncello, quattro sono a Borgomeduna e altrettante a Torre. Anche in zona centrale sono quattro, mentre a Villanova sono due e a Rorai una sola. Novità in arrivo anche sul fronte delle casette dell’acqua: attualmente sono quattro con acqua microfiltrata, sia naturale che gassata, che i cittadini possono acquistare a 4 centesimi al litro. L’obiettivo è aumentare il numero almeno a sei e farle gestire “in casa” direttamente dalla società partecipata dal Comune HydroGea.
Ultimo aggiornamento: 16:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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