Freddato nel park, giallo sui soldi. Alessandro ucciso per 15mila euro

Martedì 2 Ottobre 2018 di Cristina Antonutti
L'auto sulla quale è arrivato Alessandro Coltro nel parcheggio di Fontanafredda
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FONTANAFREDDA - Ucciso con 4 colpi in testa per portargli via 15mila euro e garantirsi il suo silenzio. Il sacilese Alessandro Coltro, 48 anni, trovato morto martedì scorso in un boschetto ai margini del parcheggio del centro commerciale Meta di Fontanafredda, quella sera aveva con sè parecchio denaro. Non erano soldi suoi. I Carabinieri ne hanno la certezza. Evidentemente chi glieli ha affidati si è rivolto alle forze dell’ordine portando un contributo fondamentale. Ha orientato le indagini in una direzione precisa: la pista dei soldi facili o, comunque, di un affare andato male. La chiave del delitto è in quei 15mila euro. Sono spariti assieme a uno dei telefoni cellulari della vittima. Quello ritrovato in auto si è rivelato di scarso interesse investigativo. L’autore - o gli autori - dell’omicidio si sono preoccupati di portar via il telefono che Coltro aveva addosso, con ogni probabilità quello con cui si tenevano  in contatto. Nella rubrica di quell’apparecchio c’era sicuramente il nome di chi ha ucciso l’artigiano sacilese e forse c’erano anche i messaggi che si erano scambiati. L’ultimo accesso WhatsApp di lunedì 24 settembre, ore 19.30, era forse riferito all’incontro nel parcheggio del Meta? È probabile, perchè da quel momento nessuno è più riuscito a mettersi in contatto con Coltro. 
LA TRAPPOLA
Facendo sparire il telefono, l’assassino ha reso il lavoro dei carabinieri molto arduo. Lo stesso procuratore Raffaele Tito sottolinea che «l’indagine è difficile» proprio per il mancato ritrovamento del cellulare e della sua sim card. Attraverso i tabulati telefonici e le celle attivate a ridosso del luogo del crimine i militari del Nucleo investigativo di Pordenone, al lavoro assieme ai colleghi del Nucleo operativo di Sacile, contano tuttavia di trovare una traccia utile. Lo stesso vale per le immagini ricavate dagli impianti di videosorveglianza, anche se si presume che Coltro e il suo assassino si siano incontrati dopo le 19.30, quando nel parcheggio era già calato il buio. Avevano bisogno del buio e di un luogo appartato per incontrarsi. Coltro ha raggiunto il punto più isolato del parcheggio, dove il boschetto del centro commerciale confina che la vegetazione del ristorante Al Parco, attualmente chiuso. È stato costretto a entrare nel boschetto sotto la minaccia di un’arma o l’accordo era di scambiare il denaro lontano da occhi indiscreti? Coltro è stato colpito dentro il boschetto. Forse è stato ucciso da chi lo seguiva con un’arma in mano o da un complice che si era appostato e lo attendeva tra gli alberi.
I SOSPETTI
Forse ha ragione la madre di Coltro, Liviana Mores, quando dice che il figlio potrebbe essere rimasto ingenuamente coinvolto in «qualcosa più grande di lui», che potrebbe averlo esposto a ricatti di tipo estorsivo. Forse era convinto di aver scoperto un modo per fare soldi facili e in questo contesto potrebbe essere incappato in una trappola, tesa da personaggi abituati a muoversi in ambienti malavitosi. La pista della rapina non convince gli inquirenti. L’assassino è uno scaltro e che non ha alcuna remora a sparare contro una persona. Ha usato un’arma corta con un calibro piccolo (un 22), avrebbe potuto fallire l’obiettivo. Invece con freddezza ha sparato quattro volte mirando sempre alla testa di Coltro per essere sicuro di ucciderlo. È scappato con i soldi e ha distrutto il telefono della vittima, dove probabilmente c’erano prove di contatti che Coltro non avrebbe mai dovuto avere. Ma la verità sta piano piano venendo a galla.
Cristina Antonutti

Ultimo aggiornamento: 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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