PORDENONE - «Nessuno di noi è un delinquente. Vorrei parlare personalmente con il questore, avere un contatto diretto con lui e potergli spiegare come stanno le cose e capire da lui come dobbiamo fare, come possiamo agire. Cercare, insomma, un dialogo». A parlare, sfogandosi, è il gestore del “Papi” di Roveredo in Piano, Sergio Baggio. Il locale è finito al centro del focolaio più preoccupante della regione, con decine e decine di contagiati tra i giovani.
LA DIFESA
«Cosa posso fare se a un certo punto le persone si alzano e ballano? È pieno di cartelli con i divieti, nel locale c’è tutto.
SPIEGAZIONI
Il riferimento corre anche alle notizie che circolano in merito al ballo “proibito” che in realtà avverrebbe eccome anche in altri locali. Un episodio simile, ad esempio era stato segnalato all’interno del Kursaal di Lignano Sabbiadoro, dove alcuni ragazzi si erano lasciati andare abbandonando il proprio posto al tavolo e iniziando a ballare. «I nostri spazi - spiega ancora Baggio - sono organizzati con dei tavoli sparsi, con sedute sulla pista da ballo, come prevede l’attuale regolamento per le discoteche. La realtà è un’altra: i locali da ballo dovevano essere riaperti, ma solamente con l’uso del green pass. Invece rimangono ancora chiusi e non si capisce perché». E in questo modo - è sottointeso - le feste si dirottano altrove, dove c’è meno controllo. Oppure capita che all’interno di un locale si creino comunque assembramenti tra persone non vaccinate, che possono dare il là a dei focolai come quello che ora è sotto la lente della Regione e della Questura di Pordenone.
L’AGGIORNAMENTO
Intanto i contagi legati - secondo il Dipartimento di prevenzione - alla festa al Papi sono arrivati anche in provincia di Udine, dove alcuni contatti sono risultati positivi facendo lievitare ancora i numeri.