Nell'anno terribile la fiera chiude i conti in utile: Pujatti resta presidente

Giovedì 29 Luglio 2021 di Davide Lisetto
Il padiglione centrale della fiera di Pordenone

 PORDENONE - Nell’anno più difficile della sua storia - cominciata nel lontano 1947 con le prime esposizioni alle scuole Gabelli e poi in via Molinari - la Fiera di Pordenone chiude il bilancio in utile: la cifra di 100 mila euro con cui si è chiuso il bilancio 2020 rappresenta lo sforzo enorme fatto a fronte di quasi dieci mesi di chiusura con saloni e manifestazioni saltate e rinviate. I conti positivi dell’annus horribilis - pur a fronte di una perdita negli incassi di oltre tre milioni - sono stati approvati ieri dall’assemblea dei soci della Spa di viale Treviso.
LE CARICHE
L’assemblea ha anche rinnovato i vertici di PordenoneFiere. Il Comune di Pordenone, socio di riferimento con la maggioranza relativa delle azioni (circa il 49% delle quote) ha confermato nel cda il presidente Renato Pujatti e la consigliera Michela Dolciotti. Fanno invece il proprio ingresso, indicati dagli altri soci (la Camera di commercio Pordenone-Udine e i sei Comuni di “minoranza”) Barbara Pellizzari (medico del Dipartimento di prevenzione Asfo) che potrebbe diventare vicepresidente), l’imprenditrice Bruna Agnoletto e il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti. L’utile di centomila euro è stato raggiunto nonostante le gravi difficoltà dell’anno 2020 in cui il quartiere fieristico pordenonese è rimasto chiuso per quasi dieci mesi. Il fatturato si è fermato ai 4,3 milioni, erano previsti oltre 7,5 milioni prima che arrivasse la pandemia. Le gravi perdite dovute ai mancati incassi dei saloni e delle manifestazioni che non si sono potute fare non ha però impedito alla società di fare investimenti. «Oltre 250 mila euro - sottolinea il presidente Pujatti, guiderà la Fiera anche nel prossimo triennio - nel rinnovo completo dell’infrastruttura telematica dei padiglioni che ora sono di fatto collegati con la tecnologia digitale oltre alla banda larga. Un altro importante investimento ha riguardato il padiglione 5: attraverso i nuovi sistemi di sicurezza applicati ora potremo ospitare oltre mille persone in più arrivando a una capienza complessiva di 4.500 persone». Insomma, nell’anno “nero” del lockdown e delle chiusure nel quartiere fieristico (nonostante alcuni periodi in cui i dipendenti sono rimasti inevitabilmente in cassa integrazione) non ci si è fermati. «Abbiamo continuato - aggiunge il presidente - a investire per adeguare le strutture in modo da essere pronti per le prossime manifestazioni. In ogni caso stimo lavorando affinché il 2021, per la prima volta nella storia, sia il primo anno dispari quantomeno in pareggio se non con un piccolo utile. Anche questo sarà un risultato importante». Il prossimo 5 agosto è prevista l’assemblea straordinaria (rinviata una settimana fa per attendere l’approvazione dell’iter di alcuni Comuni) chiamata a decidere sull’ingresso del nuovo socio: Confindustria Alto Adriatico, attraverso la società Pn Energia, ha chiesto di entrare con circa l’8% delle quote che in proporzione saranno cedute dagli altri soci. 
RIAVVIO A SETTEMBRE
Nell’ultimo quadrimestre dell’anno sono concentrati ben 15 appuntamenti con i maggiori Saloni internazionali, tra cui Sicam, Coiltech e Rive.

Ma nel 2022 ci saranno altre due fiere internazionali: Navaltech (quattro giorni per le imprese del settore navale) e Contract Marine (design e allestimenti, sempre nella cantieristica) che si farà a Trieste in collaborazione con la Camera di Commercio della Venezia Giulia.

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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