Femminicidio, nuovo tentativo di sbloccare il cellulare di Aurelia, uccisa dal compagno

Mercoledì 28 Luglio 2021 di Cristina Antonutti
Femminicio di Roveredo, si cerc di sbloccare il cellulare della vittima

ROVEREDO IN PIANO - Le indagini sul femminicidio di Roveredo sono chiuse, ma il ritrovamento di una scatola, contenente il codice Imei di un telefonino appartenuto alla vittima e un bigliettino con annotati dei codici, ha spinto la Procura a disporre nuovi accertamenti.
L’iPhone6 di Aurelia Laurenti, la mamma di 32 anni massacrata a coltellate la sera del 25 novembre scorso da Giuseppe Mario Forciniti (34), non è mai stato aperto perchè manca la password e in questi casi la Apple, per tutelare la riservatezza dei propri clienti, non collabora.

Il sostituto procuratore Federico Facchin ha nominato come proprio consulente l’esperto informatico Mauro Carnevale di Mestre, che a sua volta si era rivolto alla Cellebrite, una società israeliana con sede a Monaco di Baviera, che su richiesta dell’autorità giudiziaria attraverso un sistema chiamato Cais può sbloccare dispositivi anche in assenza di codici di accesso. Ma con l’iPhone6 di Aurelia nemmeno la società di intelligence digitale ha avuto fortuna.


LA SCATOLA
La famiglia di Aurelia proprio in questi giorni ha trovato una scatola contenente un codice Imei e altri codici che potrebbero aprire una nuova finestra sulle indagini, ovviamente limitata a chiarire il contesto in cui è maturato il femminicidio. Ieri la Procura ha conferito a Carnevale il nuovo incarico: tenterà nuovamente di aprire il telefono. Il difensore di Forciniti, l’avvocato Ernesto De Toni, ha a sua volta nominato come propri consulenti l’informatico Marco Marangoni e l’ingegner Denis Trevisan di Verona. Per il legale che tutela la famiglia della vittima, l’avvocato Antonio Malattia, vi è invece piena fiducia nel perito del pm.


L’INTERROGATORIO
Il supplemento di indagine ha spinto la difesa a chiedere la sospensione dell’interrogatorio di Forciniti, previsto per domani. «È stato rinviato - spiega De Toni - aspettiamo di sapere come va la consulenza». Forciniti, in misura cautelare in carcere a Pordenone, è accusato di omicidio volontario aggravato perchè commesso contro una persona stabilmente convivente. Quella sera colpì la madre dei suoi due bambini con 19 coltellate al collo e al volto. Gli investigatori della Squadra Mobile ricostruirono un quadro familiare che negli ultimi mesi si era logorato. Nella casa al civico 18 di via Martin Luther King, a Roveredo, le liti era frequenti, spesso molto accese. Forciniti si è sempre difeso sostenendo di aver reagito a un’aggressione da parte di Aurelia. L’obiettivo della difesa è dimostrare che l’uomo era vittima di maltrattamenti e conta di trovarne traccia proprio nell’iPhone rimasto bloccato. 


LA PARTE OFFESA
Anche l’avvocato Malattia parla di maltrattamenti, ma da parte di Forciniti. In tal senso ha depositato una memoria in cui, evidenziando quanto riportato nelle varie testimonianze rese agli investigatori, si evidenziano costanti vessazioni nei confronti di Aurelia, sottoposta dal convivente a continui controlli e anche pedinamenti. «A mio avviso i maltrattamenti sono culminati con il femminicidio - osserva il legale sottolineando che la famiglia ha subito messo a disposizione la scatola del telefonino alla Polizia - Vedremo se dal telefonino emergerà lo stato di prostrazione della vittima».

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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