Fedriga blinda Riccardi e si ricandida: «Pronto al bis, se abbiamo sbagliato lo diranno i cittadini»

Mercoledì 25 Maggio 2022 di Antonella Lanfrit
Massimiliano Fedriga e Riccardo Riccardi
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UDINE -  Lo aveva accennato a tu per tu e in diverse occasioni non si è sottratto alla domanda sul suo futuro politico, ma ieri, 24 maggio, lo ha ufficializzato in Aula: il presidente della Regione Massimiliano Fedriga sarà in pista per il bis alle elezioni regionali del 2023 e, a sentire lui, a dare ancora più grinta alla sua corsa è stata la mozione di censura al suo vice e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, presentata da un'opposizione compatta - Pd, M5S, Cittadini, Patto per l'Autonomia, Open Fvg e da anime di centrodestra del Gruppo Misto - e bocciata ieri dal Consiglio con 26 «no» e 20 «sì». A difendere l'operato di Riccardi e del comparto sanitario Fvg che vale più del 60% del bilancio regionale, con 2,5 miliardi solo di spesa corrente, si è perciò alzato Fedriga nell'emiciclo, dopo gli articolati interventi dell'opposizione che alla gestione della sanità hanno imputato una lunga lista di mancanze.
Le ha affrontate quasi una ad una dando la sua versione dei fatti, per concludere: «Ancor più motivato da questa mozione di oggi, ribadisco, con ancora più forza, la mia volontà di ricandidarmi, per portare avanti il lavoro che abbiamo fatto insieme. Su questo chiederò la fiducia ai cittadini». Di per sé non una novità assoluta, di certo però un'importante conferma per il luogo e l'occasione in cui è avvenuta. A raccogliere subito qualche ulteriore indizio di come sarà la prossima compagine di governo si è gettato, infatti, il M5S che a margine della seduta si è chiesto: «Fedriga si ricandida e ripropone il suo vice assessore alla salute?». Gli stessi pentastellati si sono dati la risposta, affermativa. Nell'ottica pentastellata, insomma, ieri Fedriga ha mandato avanti se stesso ma, per i modi e i tempi con cui l'ha fatto, ha anche lasciato intendere che «squadra che vince non si cambia».
E le conferme potrebbero esserci anche per il presidente del Consiglio, Piero Mauro Zanin, che non fa mistero di puntare nuovamente allo scranno che sta presiedendo da inizio legislatura, probabilmente preferendolo ad un posto in Giunta, che richiederebbe il sacrificio di doversi dimettere da consigliere regionale. I dettagli si vedranno, ma da ieri, e con un anno di anticipo, la corsa per le elezioni regionali si è avviata.

I MOTIVI
Tanti i motivi per la sfiducia a Riccardi, secondo l'opposizione.

A partire dalla recente vicenda degli Atti aziendali, rimandati dal mittente dalla Direzione centrale Salute, per proseguire con la gestione del concorso Sores, lo scambio tra direttore generale dell'Asfo e direttore Arcs, i cambi di guida alla direzione centrale, la petizione per la sanità pubblica che ha raggiunto in breve tempo le 16mila firme, il troppo ampio turnover del personale. Il gruppo del M5S ha contestato al vicegovernatore di non aver lavorato con la necessaria trasparenza. Dal Gruppo misto sono arrivati rilievi anche sulla politica del personale, per l'aumento delle fughe. Il Patto per l'Autonomia ha precisato che la mozione di censura non mette in discussione il rispetto per l'impegno del vicegovernatore, ma ha puntato il dito contro quelli che ritiene errori di impostazione della governance e difficoltà di rapporto con le sigle sindacali. Da parte dei Cittadini è stato sottolineato il malcontento degli utenti, sempre più diffuso. Dal Pd, tra l'altro, è stata espressa la preoccupazione per il 50 per cento di visite ed esami sostenuti a pagamento.

LA SOLIDARIETÀ
«La mia non è una solidarietà formale», ha affermato il presidente ribattendo alle opposizioni e rivolgendosi all'assessore alla Salute Riccardi. «Lo ringrazio per il prezioso lavoro svolto in un momento difficile. Abbiamo iniziato la legislatura con una riforma del sistema sanitario richiesta anche da consiglieri che hanno votato la mozione». Poi il Covid nel febbraio 2020 ha sparigliato le carte ma, ha aggiunto, «il Friuli Venezia Giulia è stata la regione che ha tagliato di meno, per esempio, i servizi oncologici». Si è rivolto ai professionisti del sistema sanitario assicurando «la totale stima dell'amministrazione» contro osservazioni critiche dell'opposizione che ha ritenute «indegne» e ha poi smontato diversi attacchi. «Dare la responsabilità alla Regione della mancanza di personale non è possibile, perché non è una competenza regionale», ha affermato. «Speculare su questo argomento è una menzogna ha proseguito -, perché occorre dire chiaramente che servirà qualche anno per sanare la criticità delle specialità mediche», per esempio. «Le affronteremo con misure che saranno tampone, ma bisogna dirlo ai cittadini, perché abbiamo il dovere della verità».
Così come, ha aggiunto lasciando intendere che la sanità sarà tema prioritaria in campagna elettorale, «non si può dire ai cittadini che avranno l'intervento a cuore aperto sotto casa o medici a non finire». Assolta, agli occhi di Fedriga, anche la III commissione consiliare, che l'opposizione ha sempre criticato per le convocazioni misurate. Numeri alla mano, il presidente ha evidenziato il lavoro svolto. Punti di vista differenti, non da ultimo, sulla temuta privatizzazione della sanità da parte dell'opposizione. «Il Friuli Venezia Giulia spende 234 euro pro capite per il privato convenzionale. Di meno spende solo la Valle d'Aosta», ha ribattuto Fedriga, sostenendo il ruolo di «supporto» del privato convenzionato rispetto al pubblico.
 

Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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