Falsi vini Dop e Igt a Nordest: la verità nei computer della cooperativa

Venerdì 1 Febbraio 2019 di Cristina Antonutti
Falsi vini Dop e Igt a Nordest: la verità nei computer della cooperativa
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PORDENONE - La verità sui vini Dop e Igt prodotti dalla Cantina Rauscedo potrebbe essere nei computer della cooperativa di via del Sile e dei suoi principali soci conferitori. È nelle perquisizioni informatiche che gli investigatori contano di trovare prove a sostegno dell'ipotesi d'accusa a cui sta lavorando la Procura di Pordenone: frode in commercio, contraffazione di indicazioni geografiche o Dop, falsità ideologica commessa da un privato in registri o notificazioni. Vertici della Cantina e staff sono stati sottoposti a indagine assieme a una quarantina di soci conferitori (sono 416). In tutto una cinquantina di indagati tra le province di Pordenone e Udine. «Il problema - spiega il procuratore Raffaele Tito - è di carattere economico. Deve essere chiaro che questa indagine non nasce nell'ottica  della tutela della salute». Secondo gli inquirenti, sarebbero stati commercializzati 35mila ettolitri, pari al 12% della produzione Doc e Igt dichiarata nella denuncia di produzione, con le etichette della denominazione protetta, nonostante mancassero le condizioni previste dal disciplinare.
PERQUISIZIONIL'attenzione dei carabinieri del Nas e degli ispettori dell'Antifrode di Udine è concentrata su computer, telefonini e tutti quei supporti informatici che grazie alla tecnologia sono stati perquisiti l'altro ieri mattina. Negli uffici della Cantina - sia a Rauscedo che nella succursale di Codroipo - sono state fatte copie forensi di server e hard disk. Si cercano i file con la documentazione relativa ai conferimenti da parte dei soci, comunicazioni via mail, contatti con distillerie e ditte di trasporti.
RECORD 2018Sull'attività degli investigatori poco trapela. Sulla carta non ci appaiono irregolarità: la Cantina produce rispettando le regole del disciplinare. Sono questi i conteggi reali? Nas e Icqrf sperano di far chiarezza su quantità e qualità dei vini Dop e Igt prodotti a Rauscedo controllando anche i contenuti dei computer. L'attenzione è concentrata sulle vendemmie 2017/2018. È stato un esercizio che ha avuto una produzione da 36,5 milioni di euro: 266mila quintali nel 2017 (condizionati da una gelata primaverile), 400mila quintali nel 2018. Un risultato rilevante per i 1.700 ettari coltivati a Pinot Grigio, Prosecco, ma anche Doc Delle Venezie, Doc Grave Fiuli e Doc Friuli Venezia Giulia, Igt Trevenezie e Igt Venezia Giulia.
L'AUTOCERTIFICAZIONEDal 9 agosto 2018 in poi, negli stabilimenti di Rauscedo e di Codroipo sarebbero arrivati carichi di uva in quantità superiore al massimo previsto dal disciplinare per mantenere la denominazione di origine protetta (120 quintali resa massima per ettaro per i Doc, 190 per Igt). L'uva in esubero - secondo l'ipotesi d'accusa provvisoria - sarebbe stata attribuita ai soci che non avevano sforato con la produzione. Queste uve sarebbero finite nelle vasche e 35mila ettolitri di vino sarebbero stati venduti come Doc e Igt anzichè finire in commercio come prodotto generico.
LE VINACCESono stati davvero falsificati i registri, le bolle di consegna e la stessa dichiarazione di produzione vitivinicola presentata il 19 dicembre 2018? I riscontri - oltre che dai materiale informatico - potrebbero arrivare anche incrociando il risultato delle perquisizioni nelle distillerie e nelle ditte di autotrasporto.

Nelle distillerie, infatti, sono state inviate le vinacce: il quantitativo dovrà corrispondere ai dati forniti nell'autocertificazione 2018 sulla produzione, a quanto indicato nelle bolle di consegna e nelle fatture. All'esito degli accertamenti la Procura dovrà valutare le varie posizioni degli indagati, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei soci conferitori che, dopo aver portato l'uva a Rauscedo o a Codroipo, non hanno partecipato alle fasi successive. Al momento tutti sono stati perquisiti con la stessa ipotesi d'accusa in concorso.

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