Corsa per evitare il fallimento del Pordenone, entra l'imprenditore Marco La Rosa: ecco chi è il nuovo socio di Lovisa

Venerdì 26 Maggio 2023 di Marco Agrusti
Il Pordenone calcio

Nel mezzo della bufera, una tenue ma pur sempre tale speranza. Il Pordenone Calcio da ieri ha un nuovo socio.

La conferma è ufficiale, con tanto di deposito degli atti alla Camera di Commercio. Un primo segnale, che non è detto che basti. Ma almeno aiuta a risollevare un poco il morale. 


L’INGRESSO


Il nome del nuovo socio che da ieri fa parte del “board” societario è quello di Marco La Rosa. Legato al Pordenone da ragioni familiari e con un figlio impegnato nelle giovanili, è un imprenditore siciliano. La sue radici sono a Giarre, città in provincia di Catania. Di mestiere fa l’imprenditore. Di successo. Nel 2011 ha fondato la “Linea Blu diagnostica”, azienda diventata leader nelle apparecchiature medicali. Un fatturato, il suo, cresciuto fino a superare gli otto milioni di euro. Nel dettaglio, La Rosa entra nel novero dei soci del Pordenone Calcio con un primo 5 per cento, con la possibilità però di salire. I tifosi a questo punto sperano che ciò possa accadere magari anche in breve tempo. Di certo è un primo aiuto. 


IL PERSONAGGIO


Mauro Lovisa ieri ha confermato - ancora prima della pubblicità del nome in questione - la dirittura d’arrivo del discorso aperto con il nuovo socio. Marco La Rosa, tra l’altro, è tutt’altro che un neofita del pallone. Anzi, le sue vicende negli ultimi anni sono state legate tanto alla sua impresa economica che al mondo del calcio. Nel 2019, infatti, è entrato a far parte dell’organigramma societario del Giarre, squadra della sua terra. Successivamente ne è diventato vicepresidente e ha conquistato anche la promozione in Serie D dall’Eccellenza. Non si è fermato lì, perché nel 2022 è entrato anche a far parte del board del Trapani come azionista di maggioranza. È una società con un recente passato in Serie B. Si tratta quindi di un personaggio che il calcio lo conosce e che potrà dare una mano. 


IL QUADRO


Basta questo ingresso? Per ora no. Assolutamente. La corsa per salvare il Pordenone Calcio dal fallimento, infatti, non è solo contro il tempo, ma anche contro i numeri. Secondo le stime più accurate, che sono nelle mani dei legali a cui è affidato il percorso verso l’udienza del 20 giugno, per dare una prima “botta” e provare ad evitare il dirupo servirebbero subito cinque-sei milioni di euro. Tanti, maledetti e subito. Un’iniezione che può arrivare da un investitore convinto, facoltoso, rapido. 
Sono ore di duro lavoro, nella sede del Pordenone Calcio e nello studio degli avvocati Bruno e Antonio Malattia. «Stiamo dedicando il tempo ad un’attenta ricostruzione di tutta la situazione economica del club, voce per voce», ha confermato il primo dei due legali che hanno in mano le sorti della società verso la scadenza del 20 giugno prossimo. In quella data, oltre all’udienza in Tribunale, si dovranno anche presentare le carte per l’iscrizione al prossimo campionato, sia esso di Serie C o di Serie B. 


LE CONSEGUENZE


A far muovere la Procura di Pordenone, con la conseguente iscrizione di Mauro Lovisa nel registro degli indagati, è stato un omesso versamento dell’Iva pari a 338 mila euro. La cifra risale al 2019 come anno d’imposta. Prima ancora rispetto al 12 maggio, quando la Procura di Pordenone ha chiesto al Tribunale fallimentare la liquidazione del Pordenone Calcio, era arrivato il decreto ingiuntivo da parte di Civibank, l’unico istituto bancario che fino a questo momento ha scelto questa strada. La situazione è quindi più che mai complessa. Esiste la possibilità di chiedere all’autorità giudiziaria una proroga di due mesi per presentare un piano di rientro. Quello che è certo, invece, è che il primo passo per presentare l’iscrizione al prossimo campionato serviranno almeno i primi 2,5 milioni di euro come garanzia. Sullo sfondo, infine, l’ipotesi che Mauro Lovisa possa compiere un passo di lato, non indietro, rimanendo in secondo piano in un nuovo assetto societario. Non per abbandonare il Pordenone, ma per salvarlo in extremis. Con un gol all’incrocio. 

Ultimo aggiornamento: 14:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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