Rientro, test e tamponi per lavorare sicuri nelle fabbriche

Venerdì 28 Agosto 2020 di Davide Lisetto
Test e tamponi prima di entrare in fabbrica
PORDENONE  - Non sarà certo com’era stato dopo il lockdown con la riapertura delle fabbriche e il riavvio produttivo di quel 4 maggio scorso che passerà alla storia come la “riapertura dell’Italia”. Ma la ripartenza del mondo produttivo, che avverrà seppure gradualmente anche sul territorio la prossima settimana, desta pur sempre qualche preoccupazione. Soprattutto alla luce dell’aumento di contagi e della recrudescenza Covid che sta caratterizzando queste ultime settimane agostane. Si torna al lavoro dopo le vacanze che in diversi hanno trascorso in altre regioni italiane o fuori dal Paese. Ed è proprio questo aspetto che nasconde qualche rischio rispetto a una possibile ripresa dell’epidemia. Ma la guardia è rimasta alta e l’attenzione all’osservanza delle regole sanitarie non cala. Il riavvio produttivo nelle fabbriche è sicuramente agevolato da quell’importante lavoro di collaborazione e di squadra tra sindacato e imprese che era stato fatto durante e dopo il lockdown della scorsa primavera. Accordi pilota sulla prevenzione e sicurezza sanitaria in grandi realtà - un esempio nazionale è quello siglato dalla Electrolux per gli stabilimenti di Porcia e di Vallenoncello - e anche il patto territoriali tra sindacati e Confindustria Alto Adriatico che ha istituto la figura del Rappresentate territoriale della sicurezza per garantire il rispetto delle norme anche in quelle molte realtà più piccole e meno strutturate dove spesso non è presente il sindacato. Insomma, l’esperienza maturata nei mesi scorsi non andrà dimenticata o dispersa, ma sarà utile e sarà “riaggiornata” proprio in occasione della ripresa lavorativa dei prossimi giorni. 
MODELLO ELECTROLUX
E proprio questa settimana alla Electrolux di Porcia si sta facendo il “secondo giro” dei test sierologici. Circa un centinaio i lavoratori che già si erano sottoposti alla prova a inizio dello scorso luglio. Ora ci sarà il richiamo per verificare la situazione proprio alla luce del rientro dalla ferie. Chi tra i dipendenti dovesse avere un segnale di contatto con la malattia dal test sierologico dovrà sottoporsi al tampone molecolare. Nel frattempo ieri la Rsu dello stabilimento ha segnalato all’azienda la necessità di mantenere alta la guardia rispetto alla presenza in tutti i luoghi dove previsto del gel idroalcolico e la necessità di indossare le mascherine. Insomma, tra gli stessi lavoratori vi è la consapevolezza che non è certo il momento di essere “rilassati” rispetto alla regole.
PATTO DI TERRITORIO
«Nel pordenonese - sottolinea Maurizio Marcon, segretario regionale Fiom-Cgil - c’è stato un lavoro importante con la parte datoriale attraverso il quale si è cercato anche di fare cultura della sicurezza e della prevenzione nella situazione drammatica che stiamo attraversando. Nell’udinese non c’è invece stato lo stesso sforzo, da parte delle imprese è prevalsa una sottovalutazione della situazione». E a testimonianza che l’attenzione è alta anche alla vigilia della riapertura già lunedì prossimo sindacati e Confindustria si troveranno al tavolo per valutare la situazione. «In realtà - sottolinea Cristiano Pizzo, segretario Cisl di Pordenone - i controlli e le verifiche nelle fabbriche dei rappresentanti della sicurezza espressi dal patto territoriale siglato in aprile sono proseguiti anche durante il mese di luglio. Auspichiamo che il luogo di lavoro possa continuare a essere uno dei luoghi più sicuri». E il pensiero corre ad altre situazioni più incerte, come i trasporti e la scuola.
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