F-16 tedeschi, frenata sul trasloco dalla Germania ad Aviano

Giovedì 7 Gennaio 2021
F-16 tedeschi, frenata sul trasloco dalla Germania ad Aviano

PORDENONE Dall'annuncio del presidente Donald Trump del ritiro di 12mila soldati statunitensi dalla Germania e dello spostamento dello squadrone di F-16 dalla base tedesca di Spangdahlem a quella di Aviano sono passati sei mesi.

L'annuncio è rimasto finora senza seguito. Nelle settimane immediatamente successive alle dichiarazioni (secondo Trump la Germania destinava alla difesa Nato risorse insufficienti e non onorava quindi gli impegni) anche diversi analisti avevano ipotizzato il trasferimento del 52. squadrone di stanza nella regione Renania Palatinato ad Aviano ritenendo la base del Pagliano e Gori adeguata come struttura per ospitare un terzo squadrone di caccia - da affiancare ai due del 31.Fighter wing - con al seguito circa duemila persone tra militari e famiglie. Si attendevano provvedimenti prima delle elezioni del novembre scorso, ma così non è stato. Anzi, dopo la vittoria di Joe Biden alle presidenziali l'aria sembra essere parecchio cambiata. Sia tra i vertici militari a stelle e strisce che tra i politici e gli amministratori locali della regione di Spangdahlem che, nell'estate scorsa, si erano detti preoccupatissimi dell' eventuale trasloco degli F-16 per le ricadute economiche e occupazionali. La storica base germanica, realizzata nel 1953, è infatti una Aviano tedesca: una comunità di circa 4mila soldati con relative famiglie e oltre 700 lavoratori tedeschi assunti con un giro d'affari imponente per la regione.


SOLLIEVO TRA I SINDACI

Per questo la sconfitta di Trump e l'ormai vicino ingresso alla Casa Bianca di Biden ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai borgomastri tedeschi della Renania Palatinato. Per esempio Manfred Rodens, sindaco cristianodemocratico del consorzio dei Comuni di Speicher, è tra quelli che si sente sollevato dalla vittoria di Biden. Il sindaco aveva sostenuto da subito non possiamo credere che una delle basi meglio equipaggiate al mondo venga smantellata. Insomma, in Germania sperano, dal momento che una resistenza al ritiro era già presente nel Senato americano, in un ripensamento dei piani trumpiani. Per molti, anche a Berlino, l'annuncio del Pentagono di giugno non sarebbe stato che una manovra pre-elettorale che difficilmente avrebbe potuto avere seguito. E anche dai vertici del 52. squadrone, nei mesi scorsi, alcune indiscrezioni, raccolte dalla stampa tedesca, smorzavano i toni sottolineando la vaghezza del programma di chiusura. Più ufficialmente, nelle settimane scorse, il generale Jeffrey Harrigian, comandante della forza aerea Usa in Europa e Africa, aveva sottolineato come ci sia ancora molto da fare per attuare il piano di spostamento degli F-16 ad Aviano, i piani per il ridispiegamento sono ancora in fase di progettazione. Inoltre, altri analisti hanno allontanato l'ipotesi del trasloco dei caccia poichè potrebbe indebolire la possibilità di Berlino di acquistare caccia Usa e ospitare bombe nucleari. Intanto a novembre i jet di Spangdahlem sono stati spostati temporaneamente nella base di Al-Dhafra negli Emirati Arabi a causa delle crescenti tensioni con l'Iran. Proprio nel teatro che gli Usa avevano detto di voler presidiare meglio con il trasloco ad Aviano. Presidio che, evidentemente, può avvenire anche d'oltralpe.
D.L.
 

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