L'ex moglie scappa con le due figlie, il padre non le vede da tre anni

Domenica 9 Agosto 2020 di Lorenzo Padovan
Il tribunale di Pordenone aveva affidato le figlie al padre
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PORDENONE - Da tre anni non vede le sue bambine di 8 e 12 anni. L’ex moglie, nonostante il provvedimento del Tribunale che le aveva affidate soltanto al padre, è tornata nel suo Paese d’origine e ha chiuso ogni rapporto, sparendo nel nulla dopo aver cambiato numero di cellulare appena varcato il confine in auto. Protagonista della vicenda è un uomo straniero, in Italia da moltissimi anni, residente a Maniago e dipendente di un’attività del settore della ristorazione a Spilimbergo, dove è benvoluto da tutti e dove la sua vicenda è seguita con passione da tante persone. 

L’APPELLO
Proprio assieme a un gruppo di amici spilimberggesi, lancia un appello alla Farnesina e alla Corte europea per poter riabbracciare le figlie, che non hai mai più potuto sentire nemmeno al telefono, sperando di poter contare anche sul sostegno delle amministrazioni comunali della pedemontana pordenonese, dove si è stabilito da tanto tempo. «Mi rivolgo alle istituzioni italiane, visto che il fatto è accaduto qui - le parole dell’uomo -: le bimbe, che sono nate in Friuli, sono uscite dai nostri confini nonostante vi fosse un esplicito divieto di espatrio e sebbene l’autorità giudiziaria le avesse affidate a me in via esclusiva, giudicando la madre non adatta al ruolo, come testimonia la perizia ufficiale della Ctu del Tribunale». Il cittadino straniero sollecita l’intervento dell’Italia dopo che il processo all’estero è terminato poche settimane fa con un nulla di fatto: «In entrambi i gradi di giudizio, malgrado la mia ex moglie non si sia nemmeno mai presentata in aula, è stato sancito che le bimbe debbano restare lì, con una motivazione che non posso accettare: perché ormai si sono ambientate. A questo punto, non mi resta che chiedere nuovamente l’intervento del Governo dov’è accaduta la sottrazione delle minori (con cui c’è un fitto carteggio già da due anni, senza esito, ndr): quando la mia ex, aiutata dai congiunti, è tornata improvvisamente in patria, non poteva farlo e ho anche presentato una denuncia alle forze dell’ordine per rapimento che vorrei sapere a quali risultati ha portato». «Se potessi tornare indietro non mi farei remore a richiedere l’intervento dell’autorità, ma all’epoca non volevo provocare dei traumi alle mie piccine - spiega l’uomo - poco prima che sparissero, la giudice del Tribunale, confermando peraltro la medesima ordinanza precedente di un collega, aveva autorizzato, qualora necessario, anche il supporto delle forze dell’ordine, ai fini del trasferimento delle minori a casa mia».

L’AIUTO DEI CONCITTADINI
«Si è creato un gruppo di persone che sostiene questo nostro concittadino sfortunato - hanno fatto sapere alcuni residenti tra Maniago e Spilimbergo che sollecitano a propria volta l’intervento dello Stato -: siamo certi che la giurisdizione sia quella italiana. Abbiamo accompagnato il nostro amico in aereo per seguire le varie udienze all’estero e gli siamo stati vicino anche con le traduzioni. Ha investito tutto il denaro che aveva per tornare ad abbracciare la sua unica ragione di vita. Abbiamo sperato che il Tribunale di quella nazione accogliesse le nostre richieste, anche perché siamo stati gli unici a presentarci al dibattimento, spiegando le ragioni e portando le sentenze italiane a nostro favore, sobbarcandoci spese enormi e nonostante i problemi legati al virus che limitava gli spostamenti. Non possiamo fermarci proprio ora: quelle bambine non dovevano uscire dai confini nazionali ed erano state affidate solo al papà, ma la mamma non le ha mai liberate. Le vittime di questa vicenda sono tre: le due minori e un papà affranto che non si dà pace perché le sue figlie sono scomparse». 
Ultimo aggiornamento: 14:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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