L'esorcista parla di Satana: «Magia e spiritismo, così opera il diavolo»

Venerdì 11 Ottobre 2019 di Pier Paolo Simonato
L'esorcista parla di Satana: «Magia e spiritismo, così opera il diavolo»
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 Le sette sono più pericolose del Maligno, o forse operano al suo fianco. Per questo serve una sentinella contro il fenomeno dell'occultismo, che spesso si coniuga con lo sfruttamento, la fragilità e i drammi personali di grande portata. Nella Chiesa di Concordia-Pordenone questa figura è incarnata da monsignor Pietro Cesco, classe 1942, originario di Savorgnano di San Vito al Tagliamento, con solide radici friulane anche nella fluidità della parlata.
In carriera ha avuto modo di guidare una serie di parrocchie importanti, come la cattedrale di Concordia Sagittaria, Fiume Veneto e il centralissimo Duomo di Portogruaro. Partito per formazione personale dall'attenzione nei confronti del mondo del lavoro, strada facendo ha accumulato l'esperienza e il buon senso che servono ad affrontare altre insidie. Entrambi sono stati certificati dalla scelta vescovile di offrirgli gli onori e gli oneri di un incarico molto speciale: diventare uno degli esorcisti diocesani.
 
- Don Cesco, fra Lemene e Tagliamento siete in tre a combattere sullo stesso fronte, un numero di esorcisti mai registrato in precedenza. Perché?
«Nel Nordest - premette il 77enne sacerdote -, e non solo qui, stiamo purtroppo registrando anno dopo anno un fenomeno tanto complesso quanto diversificato. Si va dalle forme generiche di superstizione alle pratiche magiche di diverso livello, dalla divinazione allo spiritismo vero e proprio, fino ad arrivare a gruppi e sette sataniche che organizzano riunioni e messe nere. Succede anche nella nostra terra».
- Partiamo da lontano. Di solito il suo ruolo nell'immaginario collettivo viene associato ai pittoreschi riti contro il demonio resi celebri e stereotipati da libri di successo e film horror. Invece lei tiene molto a un'altra missione, molto più silenziosa e meno da copertina, della quale scrive spesso anche sul settimanale diocesano Il Popolo: quale?
«Cerco di occuparmi con grande attenzione dell'iniziativa pastorale che monsignor Giuseppe Pellegrini ha inteso promuovere proponendo la messa di Misericordia, Consolazione e Liberazione. È un rito che lui stesso ha voluto avviare nella nostra diocesi otto mesi fa, ospitato ogni secondo mercoledì del mese nel Santuario delle Grazie di Pordenone. Posso dire che sta abbondantemente dando i suoi frutti, sia in termini spirituali che di serenità interiore: ciascuno di noi ritrova se stesso, ristabilendo le giuste relazioni con Dio e con gli altri. Per questo mi sento di ringraziare i padri Vallombrosani, l'Oftal e i gruppi di rinnovamento nello Spirito».
- Lo scopo in sintesi?
«È un'esperienza che intende educare alla fede e contrastare ogni forma, purtroppo ormai molto diffusa, di superstizione e magia».
- Come si sviluppa?
«Si comincia alle 20 con la recita del Rosario, seguita dalla messa, dall'adorazione della Croce e dalla benedizione eucaristica, proprio come accade a Lourdes».
- Facciamo un passo indietro. A cosa si deve questo fenomeno inquietante?
«A quella sorta di magia che io definisco di matrice agricola, profondamente legata alla storia della nostra gente, in tempi moderni si sono sovrapposte forme divinatorie che si ammantano di culture miste di psicologia selvaggia e riferimenti esoterici. Maghi e mistificatori, falsi profeti, santoni e presunti veggenti plagiano troppi adepti, anche nel nostro territorio, estorcendo loro denaro e offrendo in cambio false sicurezze».
- Di che genere?
«Risposte apparentemente rassicuranti a ogni richiesta legata a situazioni di disagio, progetti d'amore complicati, dissesti familiari o malattie registrate in ambito parentale».
- Ma come spiega il fatto che, proprio nell'epoca della tecnologia e della razionalità, si registra una diffusione così ampia del fenomeno magico-occultista?
«A mio giudizio questo boom va collegato alla richiesta di liberazione dal dolore, dal male e dal timore della morte. Viaggia in parallelo con la caccia alle rassicurazioni che consentono alle persone di superare gli stati d'ansia e paura, le incertezze sulle prospettive del domani e il bisogno di punti forti di riferimento. Va poi in questa direzione la confusa ricerca popolare di fatti straordinari e miracolistici, che troppo spesso si appella al falso misticismo e a casi di rivelazioni per così dire private».
- Colpa anche della carenza di evangelizzazione?
«Sicuramente questa non consente ai fedeli di assumere un atteggiamento critico verso proposte che sintetizzano un semplice surrogato del più genuino senso religioso e dei contenuti autentici della fede cristiana».
- Domanda chiave: lei è stato testimone diretto di casi di possessione o di altri disturbi riferibili a infestazione o vessazione da parte del demonio?
«Sì. Posso rispondere che tutto ciò è realmente verificabile e che ogni esorcista ne può dare conferma, senza per questo voler esasperare il problema».
- In che modo lavora?
«Ho studiato molto e mi appoggio a un'équipe. Naturalmente conto pure sulle risorse offerte dalla psichiatria».
- Come opera nei confronti di chi le chiede di essere guarito dal Maligno o di chi è schiavo di una setta?
«Non esiste una sola tipologia di soggetti. A volte si tratta di persone povere di fede e cultura; altre volte di uomini e donne toccate in profondità dal dolore e dalla sofferenza fisica e psicologica. Nei loro confronti abbiamo il dovere, che nasce dalla Carità, di accogliere, ascoltare, illuminare, sostenere e aiutare. Il fine ultimo - sottolinea in chiusura - è sempre quello di liberarli da ansie e paure, sofferenze e schiavitù».
Pier Paolo Simonato
Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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