​Epatite, carabiniere contagiato durante colluttazione

Giovedì 2 Gennaio 2020
Epatite, carabiniere contagiato durante colluttazione
PORDENONE - È stato contagiato da un ex tossicodipendente mentre tentava di immobilizzarlo, ma per il Comitato di verifica delle cause di servizio non ha diritto all'equo indennizzo. La vicenda riguarda un appuntato dell'Arma, adesso in congedo, che in seguito all'intervento contrasse una grave infezione epatica. Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha accolto il suo ricorso e ordinato all'Amministrazione di rivedere il caso con maggior precisione. «Un pronunciamento importante - osserva l'avvocato Luigi Elefante, che tutela l'ex carabiniere - perchè se sarà riconosciuta la causa di servizio, otterrà lo status di vittima del dovere. Non dimentichiamo che l'albanese che lo ha contagiato evase poi dai domiciliari e scappò in Albania».

La vicenda risale alla notte del 25 aprile 2015. La sala operativa del 112 inviò un equipaggio del Radiomobile in un'abitazione della giurisdizione di Spilimbergo per sedare una violenta lite familiare. Un giovane originario dell'Albania, ex tossicodipendente, aveva picchiato la moglie. I carabinieri faticarono a contenere tanta violenza, furono colpiti ripetutamente e l'appuntato rimase ferito. Abrasioni ed escoriazioni, si legge nel referto medico. Anche il giovane violento aveva riportato della escoriazioni e perdeva sangue. I carabinieri alla fine riuscirono a immobilizzarlo, ma uno dei militari rimasto ferito entrò in contatto con il sangue del giovane. Un contatto involontario, ma sufficiente, secondo l'avvocato Elefante, a contagiare il militare. Aveva chiesto il riconoscimento della causa di servizio e la concessione dell'equo indennizzo. La Commissione medica ospedaliera aveva accertato l'infezione epatica, ma il Comitato di verifica per le cause di servizio aveva stabilito che non poteva essere ricondotta alla colluttazione del 25 aprile 2015. Poteva essere stata contratta per cause estranee al servizio.
Fino a quel momento all'appuntato non era mai stata diagnostica un'epatite. Secondo il Tar, il Comitato di verifica avrebbe attribuito il contagio a cause esterne al servizio senza «offrire la benchè minima indicazione in merito». La decisione finale del Comitato sarebbe pertanto «imprecisa» e «illogica». I giudici hanno disposto il caso venga rivalutato considerando ogni elemento utile e facendo chiarezza sull'insorgere della patologia che ha poi portato l'appuntato a congedarsi dall'Arma.
C.A.
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