PORDENONE - Ci sarà. Non ci sono dubbi. Non può mancare. Non lo vedrà nessuno, ma sul traguardo del Lussari il prossimo maggio, la penultima tappa del Giro d'Italia, sanno tutti che lui sarà li. Enzo Cainero non potrà mancare anche se ieri ha chiuso gli occhi per sempre. Al Gervasutta, dove era ricoverato dopo l'ischemia cerebrale che lo aveva colpito lo scorso ottobre, sapevano che il percorso per una ripresa sarebbe stato duro. Così come lo sapeva la famiglia. La moglie Laura che andava tre volte al giorno a trovarlo, i figli Andrea e Marco, il fratello Eddy e la nipote Chiara con la quale aveva pianto il giorno della medaglia d'oro alle Olimpiadi nel tiro al piattello. Però la speranza è sempre l'ultima a svanire. Questa volta la sorte se l'è portato via. Lui non c'è più, ma quello che ha fatto per il Friuli resterà per sempre.
É DURA
I FUNERALI
Martedì prossimo in Duomo a Udine alle 11 ci sarà l'ultimo saluto a Enzo Cainero. Saranno in tantissimi, perchè una delle sue capacità era quella di trattare allo stesso modo l'istituzione più alta e il più umile dei volontari. «Per questo gli volevano bene in tanti - racconta ancora il figlio Andrea - era sempre sè stesso, con tutti. Era capace di avere una parola per tutti, indipendentemente dal ruolo. Credo di aver preso questa caratteristica che era la formula principale del suo successo con le persone. Per i funerali abbiamo parlato con la Protezione civile, i volontari degli alpini e nessuno si è tirato indietro. Saranno in duomo. Ci sarà un maxi schermo. È giusto dargli un riconoscimento per quello che ha fatto».
IL CICLISMO
Non è stato l'unico asso di Enzo Cainero, anche se con le due ruote il Friuli Venezia Giulia si è mostrato con i volti più belli decine di volte in mondovisione grazie alle tappe del Giro d'Italia. Altro che marketing di Promoturismo. Il Kaiser - Zoncolan, Lignano, Grado, Piancavallo, le strade del vino, la partenza dalla base delle Frecce Tricolore e ora tocca alla salita del Lussari. L'ultimo capolavoro.
IL BASKET
Passionaccia la sua. Prese la squadra di Udine sull'orlo del fallimento, la targò Fantoni basket e porto al Carnera Larry Wright, Kea e Tombolato. In panchina un certo Claudio Bardini. Era il 1986. Arrivò ai play off a sfidare la Simac di coach Peterson e Mike D'Antoni. Ma c'è anche il calcio, l'adunata degli alpini e ora la Regione gli avrebbe affidato la regia degli eventi per Gorizia - Nova Gorica capitale europea della Cultura. Sarebbe stato un successo. Garantito.
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