La grande beffa del fotovoltaico: l'energia rivenduta ai gestori è praticamente "regalata"

Domenica 21 Agosto 2022 di Marco Agrusti
L'installazione dei pannelli del fotovoltaico
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Il Superbonus, la transizione energetica, la disperata ricerca di un modo per risparmiare ed evitare di essere travolti dalle bollette pesanti come massi ogni mese.

E anche un po’ di “moda”, che non guasta mai. Il fotovoltaico ormai è sulla bocca di tutti, dai cittadini che lo vedono come il “trucco” per abbassare i costi dell’energia ai governanti (anche locali) che lo mettono in cima alle politiche sostenibili. Ma proprio alla vigilia di un autunno che segnerà il vero banco di prova per la tenuta del sistema energetico dell’Occidente, ecco che emerge una stortura legata proprio al meccanismo alla base del fotovoltaico: la reimmissione in circolo dell’energia non consumata e i conseguenti pagamenti al privato cittadino da parte del gestore. Ebbene, si scopre grazie alla testimonianza di un cittadino di Valvasone che ha scritto al Gazzettino che mentre il costo dell’energia che il privato compra dal gestore si è impennato, quello che invece verrebbe pagato al privato stesso è rimasto ad un prezzo che oggi sembra risibile. «Di fatto - è la conclusione a cui arriva Gianpiero Avoledo - è come se io stessi praticamente regalando l’energia che produco grazie al mio impianto fotovoltaico». 


I DETTAGLI

Qui però ci si deve fermare, per far capire al lettore quali siano i meccanismi tecnici alla base della “beffa”. Il concetto è sintetizzabile grazie ai numeri: con i costi di oggi, il privato paga al gestore circa 50-60 centesimi per ogni kilowatt di consumo. Si parla in questo caso dell’energia non autoprodotta, cioè quella che serve “in più” rispetto alla quantità garantita invece dal fotovoltaico. L’eccedenza che il privato rimette in circolo, invece, viene pagata al privato dai gestori qualcosa come 5-6 centesimi per ogni kilowatt. «Ed è un prezzo - spiega ancora il cittadino che ha firmato la segnalazione al giornale - che poteva andare bene quando il prezzo che pagavamo noi al gestore era di 17-18 centesimi per ogni kilowatt». Ma adesso che i costi sono schizzati, non ci si sta più dentro. E praticamente si è costretti a “svendere” l’energia in più a prezzi completamente fuori dal mercato.

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«È quasi un regalo», è l’amara considerazione di Avoledo. «Trovo questo profondamente ingiusto e scorretto - prosegue -. La corrente che io cedo di giorno è la più preziosa, quella che i gestori ti fanno pagare di più e che contribuisce ad alimentare le aziende. Mio malgrado ora devo investire una cifra importante per dotarmi di una batteria di accumulo che mi permetta di immagazzinare energia di giorno per consumarla quando il sole non c’è; ma è comunque una spesa importante con lunghi tempi di ammortamento. Penso che tutto questo, in un paese civile con vocazione a diventare “green” nel più breve tempo possibile, non abbia un senso e che quindi vada rivista tutta la politica di incentivazioni sull’utilizzo delle fonti alternative. Quello che però trovo scandaloso è il fatto che la mia casa da una decina d’anni è dotata di un impianto fotovoltaico da 6 Kw di potenza che produce, mediamente 7.000 Kw annui. Solo per fare un esempio, a giugno e luglio 2022 ho immesso in rete (cioè ho ceduto ad Enel) la bellezza di 1331 Kw che sono, in pratica, i Kw prodotti durante il giorno che non riesco a consumare. Di questi 1331 Kw, ne ho prelevati meno della metà durante la notte. Bene, il risultato è che ora mi arriva una bolletta di 362,52 euro per i Kw consumati durante la notte, mentre i miei 1331 Kw immessi ad Enel di giorno, mi verranno restituiti (tra un anno circa) ad un prezzo infinitamente più basso di quanto invece mi viene fatto pagare oggi».

Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 11:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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