Siccità, in Fvg laghi e bacini ai minimi storici: servono 40 giorni di pioggia

I Consorzi sono già pronti a chiedere ai sindaci le ordinanze per i razionamenti

Martedì 21 Febbraio 2023 di Loris Del Frate
Siccità, situazione grave in Fvg: servono 40 giorni di pioggia per tornare in pari

Da metà settimana, almeno secondo le previsioni degli esperti, potrebbe arrivare la pioggia. Quanta, però, non è dato sapere anche se sembra, in ogni caso, che non si tratterà di grandi cose. Come dire che l'emergenza siccità continua e che la situazione, giorno dopo giorno, si fa sempre più complicata. Non è tutto. Ci sono delle indicazioni che parlano chiaro: servirebbero dai 40 ai 45 giorni di pioggia intermittente per rimettere a posto la situazione idrica in Friuli Venezia Giulia.


L'ASSESSORE
«È vero - dice uno sconsolato Stefano Zannier, referente dell'Agricoltura regionale - conosco anche io quello studio che parla esattamente di pioggia per almeno 40 giorni solo per riequilibrare quello che abbiamo perso lo scorso anno e non abbiamo certamente recuperato.

Per la verità - va avanti ironizzando, ma non troppo - ci accontenteremmo anche di qualche giorno in meno, purché questa pioggia arrivi. Non mi pare, però, che per i prossimo giorno ci siano all'orizzonte delle perturbazioni importanti. Diciamo che con una quarantina di giorni di pioggia riusciremmo a riempire i bacini, riportare il livello giusto di acqua nei fiumi, rianimare subito le campagne e soprattutto, cosa certamente molto importante, riempire le falde che in questo momento sono ancora bassissime. Certo è che se le cose non migliorano - conclude Zannier - sarà una stagione complicatissima. È positivo il fatto che gli agricoltori abbiano già differenziato la produzione per evitare di andare dove bagnare tanto nelle stagioni più secche, ma in ogni caso, stante così la situazione, credo che non ne verremmo comunque fuori».


I BACINI
Sono una desolazione. Nella foto postata dal consigliere Gianfranco Bidoli e pubblicata sotto, si vede il lago di Redona praticamente all'asciutto. Minimo storico anche per Barcis, mentre iniziano i problemi pure per i vari bacini legati alla produzione di energia elettrica perchè non arrivano più i flussi costanti nè dalle sorgenti montane, nè dai fiumi. Insomma, problemi grossi.


LA NEVE
Rispetto allo scorso anno ne è caduta un pò di più e le montagne hanno ancora qualche copertura. Questo è bene perchè sciogliendosi scende sino alle falde, ma in ogni caso è troppo poca per dare risposte sufficienti. Si stanno cercando soluzioni alternative, ma senza la pioggia non ce ne sono.


I CONSORZI
In casa dei Consorzi regionali, svanita la possibilità di avere una pioggia consistente durante l'inverno, si confida su quella primaverile che solitamente (fatto salvo lo scoro anno) è sempre stata una certezza. In ogni caso non è sufficiente sperare, si devono trovare eventuali alternative, perchè se la pioggia non arriva gli agricoltori devono comunque bagnare i loro raccolti. Non è da escludere che in anticipo rispetto agli anni scorsi, le dirigenze dei Consorzi possano chiedere ai Comuni di iniziare con le ordinanze anti - spreco dell'acqua. Un provvedimento che aiuta, ma non è certo risolutivo. A questo punto diventerà fondamentale la capacità di razionare l'acqua e di farla durare il più possibile. Lo scorso anno il Consorzio Cellina Meduna, partendo in anticipo con i razionamenti, pur tra le proteste degli agricoltori, è riuscito a limitare i danni con una programmazione millimetrica. Se le cose vanno avanti così si renderà necessaria la stessa cosa. Anzi, c'è proprio il rischio che si debba iniziare ancora prima.


I DANNI
Lo scorso anno in regione il conto è stato salato: 300 milioni di danni chiesto allo Stato centrale. Diverse aziende, però, non hanno ancora ottenuto l'intero rimborso e già si devono mettere in allarme per questa stagione. Il mancato raccolto nel 2021-22 era stato intorno al 30 per cento a causa della siccità. La percentuale questa volta rischia di essere superiore se non arriverà la pioggia. E di conseguenza saliranno i prezzi per gli ultimi della filiera: i consumatori.

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