I big delle preferenze e i grandi esclusi: ecco tutti i nomi

Mercoledì 5 Aprile 2023 di Loris Del Frate
Il conteggio dei voti

PORDENONE - L'adrenalina dello spoglio fa brutti scherzi. Soprattutto se uno è in corsa per entrare in consiglio regionale. Ieri mattina, 4 aprile, quasi tutti i corridori erano in piedi all'alba, per cercare di capire se erano riusciti a superare l'ostacolo delle preferenza ed essere entrati dall'ingresso principale in Consiglio regionale. Di sicuro quattro di loro potevano stare tranquilli perchè avevano superato quota tremila preferenze.

Una cifra che gli ha consentito di essere eletti senza patemi. Al primo colpo. Il prossimo "re" delle preferenze in aula sarà un consigliere del Pd di Udine, Francesco Martines che ha raggiunto la vetta con 3.410 persone che hanno scritto il suo nome sulla scheda elettorale. Non sono poche. Subito dietro un leghista, collocato però nella lista del Presidente, eletto a Tolmezzo. Si tratta di Stefano Mazzolini che ha portato a casa 3.319 voti personali. A un passo un altro Pd, Francesco Russo, triestino, capace di prendere 3.215 preferenze. L'ultimo a superare la quota è ancora un leghista con targa "Lista del Presidente", Mauro Di Bert, eletto a Udine.

SUBITO SOTTO
Sopra quota duemila si sono piazzati in dieci. La prima è l'assessore uscente Barbara Zilli con 2.864 voti personali eletta a Tolmezzo. Subito dietro ci sono due consiglieri Pd residenti in provincia di Pordenone. Si sono rincorsi per l'intera giornata dello spoglio, con sorpassi e contro sorpassi, sino all'ultimo. L'ha spuntata Nicola Conficoni, uscente, il più votato di tutti nel Collegio pordenonese con 2.788 voti. A solo due lunghezze Andrea Carli, 2.786, già sindaco di Maniago. Altro pordenonese ricco di preferenze subito dopo, Markus Maurmair con 2.684, primo degli eletti di Fratelli d'Italia in tutti i collegi della regione. La sua dote personale ha consentito al partito di essere il primo in provincia di Pordenone. E pensare che avrebbe dovuto correre con la Lista del Presidente. Di seguito un altro "Fratello d'Italia", Mario Anzil 2.555 eletto a Udine e poi c'è il goriziano del Patto per l'Autonomia, Enrico Buccian con 2.486. Scendendo nella classifica dei più votati c'è il pordenonese Alessandro Basso (2.454) di Fratelli d'Italia e poi un altro autonomista, Moreno Lirutti (2.255) di Udine e poi un leghista che ha preso 2.137 preferenza sempre a Udine, Mauro Bordin. Ultimo, ma con un cospicuo seguito l'assessore uscente pordenonese della Lega, Stefano Zannier con 2.054 voti.

LA FORTUNA
A volte l'aiuto la Dea bendata è indispensabile. In questo caso ad essere baciata in fronte è stata l'assessore pordenonese Cristina Amirante (1.772 preferenze) che oltre la mezzanotte di lunedì era fuori dal consiglio.

Poi il colpo di scena: a Gorizia il Pd guadagna un seggio in più e così ne viene sottratto uno all'opposizione nel collegio pordenonese (i meccanismi astrusi della legge regionale) e messo in carico, nello stesso territorio, alla maggioranza. Lo incassa Fratelli d'Italia che ha il resto più alto e che da due passa a tre eletti. Cristina Amirante è dentro. Non è da escludere, però, che Fdi nel pordenonese possa far eleggere anche Orsola Costanza (1.172 voti personali) nel caso in cui o Alessando Basso o Cristina Amirante vengano chiamati in giunta. Restano fuori, invece, Francesco Ribetti che si è fermato a 973 preferenze, poche per sperare e l'ex sindaco Mario Della Toffola con 949 voti. Anche per lui un rientro al lavoro.

I GRANDI ESCLUSI
Nella lista del Presidente in provincia di Pordenone fermi al palo Paolo Santin (879), Cristian Vaccher (745), l'uscente Ivo Moras (732) che era anche presidente di Commissione. Nulla da fare neppure per il presidente Anci, Dorino Favot (576). Due consiglieri regionali uscenti nella Lega "fatti fuori" dalle preferenze, Alfonso Singh (764) e Stefano Turchet (686). A casa anche l'imprenditore Stefano Tavella (834), primo dei non eletti, a meno che Zannier non torni in giunta o non venga chiamata nell'esecutivo per le quote rosa Lucia Buna (1.041) seconda degli eletti. Ride Andrea Cabibbo (1.029) di Forza Italia entrato in consiglio, mentre l'ex sindaco sacilese Roberto Ceraolo resta a casa (961), così come il medico Pietro Tropeano (905) ancora più sotto. Non porta fortuna all'ex leghista Fabio Sirocco il ritorno con Autonomia responsabile (24 preferenze), a lavorare torna Mauro Capozzella, 5 Stelle (310) e la grande performance dell'uscente Tiziano Centis del Patto, 1.471 voti non basta per superare l'ex sindaco Marco Putto che lo ha bruciato sulla strada per per Trieste. Il Terzo polo non conquista seggi, quindi i 666 voti di Marcello Del Zotto non fanno capitale così come le 468 preferenze di Alessandro Da Re avvocato pordenonese arrivato a metà classifica nella Lista Fedriga. Ultimo dato: se Insieme Liberi dovesse conquistare uno o due seggi con il riconteggio delle schede Egidio Santin potrebbe essere spedito direttamente a Trieste.
      

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