Un rullo compressore che ha schiacciato tutto quello che ha trovato davanti. Compresi gli alleati che sono stati “spinti” in un angolo. Non solo Fratelli d’Italia è il primo partito in Friuli Venezia Giulia, non solo senza gli alleati (Lega e Forza Italia) batte con i propri voti l’intera coalizione di centrosinistra, non solo demolisce il Pd di Debora Serracchiani e del segretario Cristiano Shaurli, ma il suo peso elettorale (le percentuali prese sui territori tanto per intenderci) supera di tre volte quello della Lega primo partito indiscusso fino a domenica sera e di cinque quello di Forza Italia.
IL CICLONE
Un ciclone che ha spazzato via tutto e che si è irrobustito e gonfiato partendo da un modestissimo 5.4 delle scorse elezioni regionali del 2018 e un 5.3 delle Politiche dello stesso anno.
GLI ALLEATI
La Lega è rimasta muta, una caduta dal trono regionale che fa male e se il successo di Fratelli d’Italia i leghisti lo percepivano, nessuno in casa del Carroccio poteva pensare a una debacle di questo genere. Una batosta che incupisce pure il morale e che potrebbe incrinare la leadership del governatore Massimiliano Fedriga. Del resto, nonostante il governo della Regione, il posto più importante e gli assessorati strategici, la Lega è precipitata dal 34.8 delle scorse regionali e dal 25.8 delle Politiche dello stesso anno, a un misero (rispetto ai voti di prima) 10.9. Una legnata visto che i salviniani non sono primo partito in nessuno dei Comuni del Friuli Occidentale che era il territorio di riferimento dei padani. Male anche Forza Italia che scende al 6.6 con un resto negativo di 4 punti rispetto alle Politiche scorse e di 6 punti guardano alle passate regionali. Ora sarà complicato tornare in quota.
L’OPPOSIZIONE
Il Pd deve leccarsi le ferite anche se in Friuli Venezia Giulia rispetto alle scorse prove elettorali non perde molto. Anzi. Il problema, però, è che era già basso 5 anni fa e da allora non è riuscito ad incidere, non ha portato a casa nulla pur avendo mano libera dal tavolo della minoranza. In più quando si perde (anche in malomodo) le fibrillazioni sopite in campagna elettorale riesplodono. Il segretario regionale Cristiano Shaurli, già contestato prima del voto, ora rischia di pagare per tutti. I 5Stelle traballano, ma restano in sella. Ovviamente l’attuale 7 per cento è un tracollo se paragonato con il 24 delle scorse Politiche, ma fa il paio con lo stesso risultato delle regionali 2018. In casa grillina farebbero comunque festa per confermarlo anche il prossimo anno. Non sfonda il Terzo polo di Renzi - Calenda. Un 8.7 per cento che serve poco per questo voto, ma che potrebbe diventare un tesoretto, più o meno quattro consiglieri, in vista della corsa a Trieste del prossimo anno.
LO SCENARIO
Con le regionali alle porte il pallino lo ha in mano Fratelli d’Italia. Difficile pensare che possa pretendere il posto di Fedriga il prossimo aprile, anche perchè al momento gli uomini e le donne migliori che ha in casa sono tutti partiti destinazione Roma. In ogni caso, se dovessero nascere divergenze potrebbe far “ballare” la Lega lasciandogli la candidatura a Governatore, ma blindando la giunta. La sparizione sui collegi nazionali del resto è stata fatta con i sondaggi che avevano in mano. Anche se le prossime regionali sono un’altra partita e in sette - otto mesi potrebbe cambiare di nuovo tutto. Fratelli d’Italia lo sa benissimo.