Electrolux, a Porcia produzione ai minimi storici: «Restano le voci di una vendita»

Maggio e giugno ancora cassa integrazione: sei ore e 4 giorni di stop. Piccinin (Cisl): "Cresce la preoccupazione, adesso è arrivato il momento di vigilare"

Giovedì 4 Maggio 2023 di Loris Del Frate
Electrolux, produzione ai minimi storici: «Restano in circolo le voci di una vendita»

PORDENONE - Nulla da fare. Le nuvole nere sopra lo stabilimento dell'Electrolux di Porcia non hanno alcuna intenzione di andarsene. Al punto che ora c'è una sensibile preoccupazione per il futuro anche da parte delle organizzazioni sindacali. Il perchè è presto spiegato. La cassa integrazione e i giorni di fermo produttivo andranno avanti anche durante il mese di maggio e giugno.

Un problema non da poco, perchè sino ad allora proprio in questi due mesi i volumi della fabbrica iniziavano ad alzarsi. Insomma, si producevano più lavatrici per poi arrivare al boom che "esplodeva" da luglio sino a fine anno. Questa volta, invece, non si muove nulla.


LA DECISIONE
Azienda è sindacato, infatti, hanno già steso il primo rapporto sulle ore di cassa che si dovranno fare. E il risultato è decisamente preoccupante. Intanto, sia per il mese di maggio che per quello successivo, si torna al regime di sei ore. Questo significa che per tutti i dipendenti ci sarà una significativa decurtazione dello stipendio. Ma le sei ora non sono ancora tutto. Per maggio, infatti, nonostante il primo giorno del mesi di festa, sono stati programmati due giorni di fermo. Il primo oggi, il secondo venerdì prossimo. Tutto fa supporre, però che ce ne saranno altri due prima di arrivare alla fine del mese. Due ore di cassa al giorno, più altre 24 ore. Un problema non da poco, anche perchè lo stesso ritmo di cassa, se non arriveranno segnali di nuovi ordini, saranno confermati sia per giungo, storicamente un mese in cui si producevano molte più lavatrici. Già garantite le sei ore al giorno anzichè otto, e quasi certamente saranno effettuati quattro giorni di cassa. un altro salasso per i lavoratori.


I NUMERI
E qui si arriva all'altro problema che deve far veramente preoccupare. I volumi di lavatrici prodotte, allo stato, facendo i debiti conti, sono intorno ai 700 mila, sempre indicato dall'azienda come numero minimo sotto il quale non è pensabile andare. È vero che oggi a Porcia si fanno lavatrici di alta gamma, più complesse e decisamente legate al risparmio energetico, ma se si dovesse scendere sotto i 700 mila pezzi prodotti l'anno difficile pensare che i circa 1500 dipendenti, di cui circa 800 in produzione, possano essere utilizzati tutti senza usufruire della cassa. Un altro dato che fa rizzare i capelli: quando anni fa solo una battaglia di popolo salvò lo stabilimento Electrolux di Porcia, i volumi erano poco più bassi di ora. Il problema è che il mercato dell'elettrodomestico, in particolare in bianco, non tira più. Gli ordini non arrivano e la situazione si complica.


IL SINDACATO
«È ovvio - spiega Gianni Piccinin, segretario provinciale Fim Cisl - che questa situazione ci preoccupa parecchio perchè non si riesce a vedere sino a quando tarderà la ripresa. È una preoccupazione che ci deve indurre a un monitoraggio costante da parte delle Rsu interne sui volumi perchè, inutile nasconderlo, i numeri non sono assolutamente sufficienti. In più - conclude il sindacalista - continuano a circolare le voci di una vendita dell'Electrolux ai cinesi. Voci che oramai si rincorrono da tempo anche se l'azienda le ha sempre smentite. Lo ripeto: è una preoccupazione seria e la situazione deve essere costantemente monitorata».


GLI STIPENDI
È praticamente da inizio anno che i dipendenti dell'Electrolux Porcia portano a casa stipendi tagliati dalla cassa integrazione. Il mese peggiore è stato marzo con un 30 per cento in meno, ma con punte per alcuni che arrivavano anche al 40 per cento. Un po' meglio ad aprile, ed ora la nuova botta di maggio e giugno. C'è da aggiungere, infine, che proseguono gli incontri anche perchè c'è da chiudere la questione degli esuberi e poi resta sempre vivo il monitoraggio sui volumi da produrre. In ogni caso, Electrolux a parte, sul territorio ci sono altre quattro - cinque situazioni di crisi, mentre il resto delle aziende, pur tra mille difficoltà continua a tenere. Ora si tratterà di vedere il conto delle ore di cassa integrazione da qui a fine anno anche se ci sono in mezzo le ferie estive con gli stabilimenti chiusi.

Ultimo aggiornamento: 12:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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