Electrolux, sì al contratto per un soffio: il referendum nelle fabbriche

Sabato 15 Maggio 2021

PORDENONE - Risultato incerto fino alla serata di ieri sul voto referendario nelle fabbriche del Gruppo Electrolux. Il voto riguarda l'ipotesi del nuovo contratto integrativo della società dell'elettrodomestico che era stato siglato dalle organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Ulm lo scorso 23 aprile. L'incertezza - proseguita fino a tarda ora non erano ancora stati diffusi i verbali ufficiali - sarebbe da attribuire al sistema della conta dei sì e dei no nei vari stabilimenti italiani del colosso svedese dell'elettrodomestico. A tarda sera è un comunicato della Fiom Cgil nazionale: «La maggioranza dei lavoratori, con uno scarto di pochi voti si è espressa a favore dell'accordo, in particolre negli stabilimenti di Porcia, Vallenoncello, Assago, Spilamberto e Cerreto d'Esi.

Il voto contrario degli stabilimenti di Solaro, Susegana e Forlì impone però al coordinamento sindacale una riflessione suula gestione dell'accordo». I partecipanti al voto sono stati 3.743 sui 6074 dipendenti complessivi: 1.867 i sì, 1834 i no. 21 schede bianche e 18 nulle. Il nuovo accordo integrativo passa dunque per un soffio, per la sola differenza di 33 voti. Ma già ieri sera circolavano ipotesi di contestazione proprio sul metodo del conteggio dei due comparti della multinazionale: il Professional e le fabbriche di elettrodomestici.


LA CONTA
Stando ai risultati complessivi - e la nota della Fiom conferma questa linea - di tutte le fabbriche del gruppo (sia quelle di Electrolux Italia elettrodomestico che quelle del Professional) il sì ha vinto anche se in maniera risicata. Ma la conta complessiva sarebbe contestata da qualche organismo sindacale del coordinamento di gruppo. Electrolux Professional è una società a parte - secondo la tesi separatista, per esempio delle Rsu di Susegana - e anche l'accordo che è stato sottoscritto sarebbe diverso da quello di Electrolux Italia. E quindi il conteggio andrebbe separato. E su questo aspetti già ieri non si escludevano possibili strascichi. I vertici nazionali di Fim, Fiom e Uilm - e l'azienda - dovranno fare chiarezza.


I DATI
Stando ai risultati, dunque, nelle cinque fabbriche di Electrolux Italia ha vinto il no. Tra gli stabilimenti di elettrodomestici solo a Porcia e a Cerreto (nelle Marche, dove si fabbricano le cappe) è prevalso il sì all'accordo. A Porcia su 867 votanti i sì sono stati 595 mentre i no sono stati 254. A Cerreto i si hanno prevalso con 176 su solo 4 no. Il pieno di no è stato fatto invece su tre dei cinque stabilimenti nei quali pezzi più o meno importanti di Rsu avevano fatto campagna contro l'accordo. A Susegana il dissenso più elevato: su 864 votanti i no hanno registrato 663 preferenze mentre i sì si sono fermati a 199. E, d'altra parte, la Rsu di quello stabilimento non aveva nemmeno sottoscritto la bozza di intesa facendo poi campagna elettorale con distribuzione di volantini per il no anche nelle altre fabbriche del gruppo. Preponderanza dei no anche nella fabbrica di Forlì: 533 sono stati i contrari all'intesa, i favorevoli 168. Accordo bocciato anche nello stabilimento lombardo di Solaro: sui 581 lavoratori che hanno votato in 307 hanno detto no, mentre 267 si sono pronunciati per il sì. Nel polo amministrativo di Assago 40 sono stati i sì e zero i no. Quindi se si considera separatamente il settore dell'elettrodomestico si registra la bocciatura del contratto integrativo con 1.762 no e 1.520 sì. Mentre nel Professional di Vallenoncello il sì ha stravinto con 395 sui 72 no. L'accordo prevede circa 800 euro di premio e 110 assunzioni a tempo indeterminato tra i giovani precari entrati nell'ultimo anno. Tra i punti criticati la gestione dello straordinario e delle ore di permesso lasciate in mano - secondo i fautori del no - all'azienda.
D.L.

Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 16:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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