Electrolux, maxi investimento da 60 milioni di euro per automatizzare le linee. All'orizzonte una quarantina di esuberi tra gli operai

Mercoledì 17 Novembre 2021 di Davide Lisetto
Una linea produttiva dell'Electrolux

PORDENONE - Un maxi investimento di circa 60 milioni di euro nel prossimo biennio per adeguare e ammodernare le nuove linee produttive dello stabilimento di Porcia in funzione dell'avvio del progetto per la produzione di lavatrici e lava-asciuga di nuova generazione.

Quaranta milioni saranno investiti nel 2022, altri venti - secondo le previsioni - nel 2023. Sarà proprio entro il 2023 che il nuovo assetto produttivo sarà a regime con cinque nuove linee in grado di arrivare - sempre secondo le stime aziendali - a 1.2 milioni di elettrodomestici di ultima generazione prodotti all'anno.

La ristrutturazione degli impianti produttivi comporterà un più elevato tasso di robotizzazione delle linee. Quando la nuova fabbrica vedrà il completamento dei lavori di rifacimento produttivo con un maggior grado di automazione si prevede che vi siano una quarantina di esuberi tra gli operai. Eccedenze che però sarebbero solo sulla carta in quanto verrebbero di fatto riassorbite dall'aumento dei volumi produttivi dai circa 900 mila pezzi di oggi ai circa 1.2 milioni previsti. Il piano dunque, sempre secondo quanto è previsto nel piano industriale, non comporterebbe alcuna ricaduta negativa sull'occupazione. Il progetto e l'entità dell'investimento è stata comunicata ieri da Electrolux alle organizzazioni sindacali nel corso di un incontro con il coordinamento nazionale in cui si è fatto il punto su tutti gli stabilimenti italiani del gruppo di Stoccolma.

CAMBIO EPOCALE
Il cambiamento della piattaforma produttiva per la storica fabbrica di Porcia rappresenta una sorta di passaggio epocale. Un progetto che la multinazionale svedese dell'elettrodomestico negli ultimi decenni ha avviato e portato a termine tre volte. Un riassetto produttivo che di fatto rivolta la fabbrica come un calzino modificando completamente le linee produttive per adeguarle a nuovi modelli di lavatrice più evoluti. In questo caso si produrranno lavatrici e lava-asciuga, con i marchi Electrolux e AeG, nella fascia medio-alta e alta del mercato. Prodotti, dunque, con valore aggiunto più elevato e maggiori margini.

L'ADEGUAMENTO
Nella fabbrica di Porcia i lavori per adeguare le linee sono già iniziati da qualche settimana. La prima linea sarà pronta per produrre i nuovi modelli nell'aprile del prossimo anno. Nel frattempo saranno adeguate anche le altre linee (i lavori devono ovviamente proseguire senza che ci sia interruzione produttiva se non negli impianti da modificare) nei mesi successivi. L'azienda - secondo quanto comunicato ieri alle organizzazioni sindacali - punta ad avere la fabbrica completamente a regime entro il 2023. A quel punto saranno cinque le linee produttive rinnovate, una in più alle quattro che sono utilizzate ormai nell'ultimo anno dall'azienda. I volumi - sempre secondo le previsioni di Electrolux Italia - dovrebbero seguire un aumento graduale: per l'anno in corso la produzione dovrebbe chiudersi a un milione di pezzi, nel 2022 si dovrebbe salire a 1,1 milioni e nel 2023-2024 la previsione produttiva è di 1.2 milioni di elettrodomestici. Un assetto di volumi che dovrebbe consentire di riassorbire i circa 40 esuberi che l'operazione dovrebbe comportate sulla carta.

I CONTRATTI A TERMINE
Sul personale a termine assunto nell'ultimo anno e mezzo - a Porcia sono circa 120 gli operai che sono stati prorogasti fino a metà 2022 - l'azienda a fronte di un quadro ancora troppo incerto dato anche dalle difficoltà con le materie prime e componenti non ha dato indicazioni. «Nonostante la situazione di incertezza generale reputiamo che occorra dare tutela ai lavoratori temporanei in virtù dell'incremento dei volumi. Chiediamo di stabilizzare coloro che è già possibile assumere a tempo indeterminato e di trovare le opportune soluzioni negoziali per dare continuità ai lavoratori con contratti a termine per sventare il rischio che siano lasciati a casa anche a causa delle storture delle norme», questo ha chiesto il sindacato. Nello stesso incontro il gruppo ha annunciato il termine dei lavori entro il primo trimestre 2022 per la nuova parte dello stabilimento di Susegana. Per la fabbrica di Forlì si prevede invece la delocalizzazione della produzione di 60mila forni in Romania.
 

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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