PORDENONE - Se marzo è stato il mese più negativo per i lavoratori Electrolux che in busta paga si vedranno circa il 25 - 40 per cento in meno dello stipendio a causa delle tante ore di cassa integrazione, tutto fa supporre, almeno questa è la speranza, che il periodo più nero sia passato.
I NUMERI
Si tratta di un mazzata non da poco, perchè, come detto, gli stipendi saranno più poveri dal 35 al 45 per cento, rispetto alla cifra netta incassata. Più alto è lo stipendio, più alta è anche la percentuale decurtata. Del resto i pezzi lavorati a marzo saranno complessivamente poco più di 39 mila. La notizia positiva, però, è che ad aprile le cose dovrebbero andare decisamente meglio. In prima battuta c'è da dire che sale il numero delle lavatrici da realizzare arrivando a circa 10 mila in più rispetto al mese in corso. Questo consentirebbe prima di tutto di tornare sulle otto ore giornaliere e non più a sei. Inoltre, ma siamo ancora in una fase di studio anche se tutto fa supporre che sarà così, aprile ha diverse festività a cominciare da Pasqua, sino al 25 di Aprile, compresi i ponti. Questi stop dovuti alle festività dovrebbero consentire di non chiudere in altri giorni lo stabilimento.
GLI INCONTRI
C'è da aggiungere ad ogni buon conto che la prima settimana di aprile si terrà un incontro tra le rappresentanze sindacali di fabbrica e l'azienda proprio per stilare il programma delle chiuse. Nulla fa supporre, però, che si possano registrare altri stop oltre a quelli legati alle ferie. Almeno questo è il pensiero delle organizzazioni sindacali. In più a fine mese ci sarà anche un altro incontro legato questo volta alla definizione sempre più nel dettaglio degli esuberi. C'è da dire che il sindacato sta continuando a cercare le uscite volontarie e che potrebbe esserci tempo almeno sino a dopo Pasqua. Poi l'azienda procederà a fare i propri conti.
LA SITUAZIONE
Complessivamente, pur con qualche situazione di sofferenza, l'economia della provincia di Pordenone sta continuando a tenere la barra a dritta. In pratica, le sofferenze già segnalate da tempo, come la Zlm di Maniago, la stessa Savio per certi versi e altre imprese come la Jacuzzi, sono ancora in corso, ma a quanto pare non si sono ulteriormente inasprite. Per il resto il territorio, pur con difficoltà, è riuscito a parare il colpo. Parecchie le ore di cassa richieste, ma l'effettivo smaltimento si aggira a meno della metà. Ora si tratta di capire questo come saranno i mercati il prossimo trimestre. Aumenta leggermente la fiducia, la situazione generale, a cominciare dalla guerra sempre più violenta, non fa sperare in grandi recuperi.
CIMOLAI
Si sta aspettando a giorni la pronuncia del giudice del Tribunale di Trieste sulla richiesta di concordato. Tutto fa supporre che sarà ammessa, anche se ovviamente si deve attendere il pronunciamento del tribunale. In ballo, sempre nel caso in cui ci sia l'ammissione al concordato, ci sarà poi la fissazione dei termini per arrivare al voto dei creditori. In mezzo c'è il piano di risanamento che la Cimolai ha già presentato, ma che può essere migliorato o completamente rifatto.
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