Riapre l'unica edicola, chiusa da fine dicembre anno a causa del Covid

Sabato 23 Gennaio 2021 di Alberto Comisso
Valentina Bortolus

SESTO - La sua edicola è chiusa da quasi un mese. Tutta colpa del Covid-19 che, silenziosamente, non ha risparmiato  i suoi familiari. E nemmeno lei, Valentina Bortolus, titolare dell'edicola-tabaccheria Lena di via Giotto di Bondone, è stata risparmiata dal Coronavirus. Anzi, risultata positiva al tampone il 5 gennaio, non si è ancora negativizzata. Sta attendendo con trepidazione la chiamata dall'Azienda sanitaria che dovrebbe arrivare a ore. Incrocia le dita perché il prossimo test possa finalmente risultare negativo e, quindi, mettere fine ad un calvario.
L'unica edicola del capoluogo ha le serrande abbassate dal 31 dicembre, da quando suo papà Franco, che nel 1969 ha inaugurato i locali, è risultato positivo.

Da quel giorno nella vita della 46enne Valentina e dei suoi familiari più stretti, compresi marito e figlio, sono cambiate tante cose. Dall'ultimo giorno del 2020 la commerciante non incassa più un euro.

«Non pensavo finisse così è la riflessione amara della commerciante e invece mi sono accorta, a mie spese, che quando ti ammali di Covid resti solo. Gli unici che si preoccupano di te, almeno nel mio caso, sono il medico di base e il pediatra. Ecco, loro ti danno anche indicazioni su come conferire i rifiuti. Nessun altro, né della sanità pubblica né dell'amministrazione comunale, ti chiede come stai, se necessiti di qualcosa. A differenza, invece, di tantissime persone, vicini di casa e clienti affezionati, che si sono fatti in quattro per aiutarci. Ogni mattina, aprendo la porta, abbiamo sempre trovato un pensiero. Perfino la pizza ci hanno fatto arrivare a domicilio. Ecco, questa è la sensibilità tipica dei piccoli paesi come Sesto».
Che dire, poi, delle spese da affrontare? Magari solo per sottoporsi a dei tamponi.

«Il 2 gennaio spiega l'edicolante io e tutta la mia famiglia ci siamo recati a fare i tamponi rapidi. Per scrupolo sono venuti anche mio fratello e mia cognata: loro hanno optato per il test molecolare, perché più sicuro. Al rapido mio figlio è risultato positivo. La struttura sanitaria privata mi ha chiamata subito, avvisandomi che solo il tampone molecolare avrebbe dato certezza della positività di mio figlio. Totale della spesa? 511 euro. Come può una famiglia normale, di questi tempi, sborsare così tanti soldi tutti in una volta?».

Un disagio dietro l'altro, insomma. Anche se domani, grazie a papà Franco e al fratello Ludovico, l'edicola riaprirà i battenti. «Entrambi sottolinea Valentina hanno capito la situazione e si sono messi a disposizione per aiutarmi e, soprattutto, tornare ad offrire un servizio importante alla comunità che da quasi un mese manca». Proprio ieri mattina, nei locali di via Giotto, sono iniziate le operazioni di sanificazione di ogni angolo. Ufficialmente, dopo 21 giorni dalla positività, martedì Valentina Bortolus potrebbe tornare a lavorare. Anche se il tampone dovesse risultare ancora positivo. «Mi mancano tanto i miei clienti, la routine, il lavoro, i sorrisi, le arrabbiature e qualche pettegolezzo. Non vedo proprio l'ora di tornare al mio posto, tra la mia gente». 


 
 

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