Dopo l'Electrolux la mazzata arriva sulla Savio: volumi in calo, previsti sessanta esuberi

Venerdì 20 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
Dopo l'Electrolux ora la mazzata arriva sulla Savio: volumi in calo, previsti sessanta esuberi

PORDENONE - La spia rossa lampeggiante si era accesa nelle settimane scorse quando la Savio aveva comunicato al sindacato che i circa 100 lavoratori a tempo determinato in scadenza il prossimo marzo, non sarebbero stati confermati.

Un pugno nello stomaco, ma si trattava di una necessità per cercare di non andare a intaccare lo zoccolo duro dei lavoratori a tempo indeterminato che conta circa 330 dipendenti. La botta, però, è arrivata l’altro giorno.


GLI ESUBERI
L’azienda, infatti, a fronte di un calo dei volumi previsti per l’anno in corso, in particolare nel mercato cinese, ha comunicato la necessità di licenziare sessanta persone. Un numero decisamente alto di esuberi che ha spiazzato anche lo stesso sindacato che aveva appena firmato un accordo. Nell’accordo, infatti, si parlava della mancata riconferma dei lavoratori a tempo determinato a fronte del fatto che l’azienda avrebbe portato avanti una serie di investimenti in particolare in due reparti, il magazzino e il reparti cilindri. Investimenti che avrebbero legato ulteriormente l’azienda al territorio pordenonese. A questo punto la novità ha creato sicuramente uno stordimento non da poco. «L’obiettivo - spiega Gianni Piccinin della Fim Cisl - è quello di far rispettare l’accordo sottoscritto che parla, appunto, degli investimenti. Non possiamo dimenticare, infatti, che se questi investimenti non venissero attuati nello stabilimento di Pordenone finirebbero in un altra fabbrica mettendo ulteriormente a rischio la struttura pordenonese e i posti di lavoro. Una cosa che non possiamo assolutamente permetterci. Adesso vedremo come intervenire».


LE ALTRE CRISI
La Savio, se gli esuberi saranno confermati dalla società, si somma all’Electrolux che di esuberi ne ha annunciati 72 e sono già in corso le trattative. C’è, però da aggiungere che sul tavolo del Mise, il ministero dello Sviluppo economico per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia ci sono aperti 19 stati di crisi. Oltre alle due aziende già citate, infatti, ci sono la triestina Wartsila della quale ancora non si conoscono le sorti, nell’udinese il settore maggiormente colpito è quello dell’automotiv, e restando sempre nel Pordenonese si sommano anche la Zml che è costantemente tenuto sott’occhio perchè anche se il piano di ristrutturazione dovrebbe essere chiuso, in realtà ci sono nuovi movimenti non certo positivi. Ora, come detto, si somma anche la Savio.


LA SITUAZIONE
«Oltre a quelle che sono state indicate - conclude Piccinin - ce ne sono altre interessate, però, in particolare da richieste di cassa integrazione, anche pesate, come ad esempio la Jacuzzi. Una situazione complessiva da monitorare costantemente ma che allo stato continua ad essere costante, senza impennate negative. Questo ovviamente non significa essere ottimisti per il futuro, ma è necessario casomai continuare a monitorare tutte le situazioni di crisi e quelle di difficoltà sull’intera provincia e sulla regione».

Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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