Ditta delle pulizie senza lavoratori: «La maggior parte rifiuta, gli altri vogliono lavorare in nero»

Giovedì 16 Marzo 2023 di Denis De Mauro
Mancano donne delle pulizie

PORDENONE - Ristoratori, gestori di bar e imprenditori di grandi industrie non sono gli unici di questi tempi a patire serie difficoltà nel reperire personale e il problema non sembra riguardare solo figure professionalmente specializzate.

Catia, che ogni mattina parte da Cordenons con il suo furgoncino bianco con meta le pulizie di molti condomini anche del centro di Pordenone, qualche settimana fa si è trovata in serissima difficoltà quando l'unico, necessario dipendente della sua impresa di pulizie le ha annunciato che stava per abbandonarla.

COLLABORATORE PREZIOSO
«Era con me dai tempi del Covid - racconta Catia, una donna che non si è arresa alle avversità che la vita le ha posto davanti - faceva il pizzaiolo, ma con la pandemia e le chiusure forzate aveva finito col perdere il posto di lavoro e si era arrangiato accettando di cambiare mestiere: bravo, gran lavoratore, persona seria». Tutto era andato per il meglio per qualche anno, poi però le cose sono per fortuna cambiate, perfino tornate alla normalità e lui ha potuto ritrovare il suo mestiere di sempre, di fronte ad un forno a legna a sfornare pizze.

BRUTTA SOPRESA
«Non pensavo avrei avuto così tanta difficoltà a trovare un sostituto, offrendo un posto in regola, una sicurezza economica: lavoro, per fortuna, non mi manca, anzi» racconta brandendo scope e scopettoni che sfila con una certa abilità dal retro del suo furgoncino bianco: «Non trovando personale ho anche dovuto rinunciare ad alcune commesse».

IL PROBLEMA
Secondo Catia, è rappresentato soprattutto dal reddito di cittadinanza e dagli altri aiuti è agevolazioni che lo Stato offre a chi risulta essere senza un impiego. «Ho messo annunci di ricerca personale ovunque, in rete come sul mio furgone»: sul portello posteriore, in effetti, faceva bella mostra di sé un foglio A4 con l'offerta di lavoro ed il numero di telefono. L'annuncio economico itinerante, tanto era disperata Catia. «Hanno risposto in tantissimi, parlo di un centinaio di persone almeno, ma per quasi tutti non era importante essere regolarizzati, anzi, non lo volevano affatto. Qualcuno mi ha anche spiegato che percependo già un aiuto economico, non intendevano perderlo, quindi o "in nero" o rinunciavano. Ovviamente io ho un'azienda, non posso permettermi di mandare in un posto a lavorare una persona non in regola e non assicurata, figuriamoci».
Ragionamento, quello degli aspiranti addetti alle pulizie, distorto ma comprensibile: mezzo stipendio sotto forma di aiuto statale, l'altra metà senza dover rendere conto a nessuno o pagarci le tasse sopra. «E non basta: purtroppo devo aggiungere che ho trovato molti, soprattutto giovani, che si ritiravano dopo aver compreso che nel mio mestiere ci si deve alzare presto al mattino, o far tardi alla sera, o lavorare di sabato, quando gli uffici sono chiusi. Non vogliono poi sporcarsi le mani. Cercano tutti lavori comodi, al calduccio».
Si scalda Catia: non ha avuto una vita facile ma non si è mai arresa: pur con un figlio da crescere, donna sola, ha aperto la sua piccola impresa e si è data da fare. «Tra le ultime donne che hanno risposto alla mia ricerca ce n'è stata una che mi ha chiesto in lacrime di darle lavoro: il marito è disoccupato ed hanno un figlio di tre anni e mezzo. Spero trovino presto qualcosa sia lui che lei». Insomma, ci saranno pure quelli che non hanno voglia di lavorare, ma anche chi fatica a farsi assumere per la condizione in cui si trova. Anche Catia alla fine ha risolto il suo problema: sfoltito il mazzo dei pretendenti da coloro che non vogliono la busta paga e da quelli che non amano far fatica, erano rimaste in lizza una giovane ragazza e una signora single di 47 anni senza un impiego. Catia il lavoro lo ha dato a quest'ultima che, immaginiamo, ora potrà tirare un sospiro di sollievo.

    

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 13:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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