Malati di cibo, in provincia ogni anno 160 ragazzi hanno problemi

Giovedì 22 Ottobre 2020 di Alberto Comisso
Smpre più giovani con disturbi alimentari

PORDENONE I disturbi alimentari colpiscono sempre più adolescenti. Nella Destra Tagliamento si registrano 160 nuovi casi l’anno e dal 2008 al 2019 nel reparto di pediatria all’ospedale di Pordenone sono stati ricoverati 60 pazienti, che rappresentano solo il 20 per cento di quelli seguiti. Rilevante anche l’età delle persone che soffrono di questi disturbi: si tratta di giovanissimi che in media hanno 15 anni. Proprio alla difficoltà di rapportarsi con equilibrio all’alimentazione e ai risvolti psicologici e psichiatrici che le relazioni con il cibo nascondono o implicano è dedicato il convegno, a più voci, promosso dall’Istituto regionale di studi europei: appuntamento oggi pomeriggio, alle 15.30, nell’auditorium del Centro culturale “Casa Zanussi” di Pordenone. “Quando il cibo è un problema: a partire dai più piccoli. Come nascono, e come si possono curare, i disturbi alimentari più comuni” titola il forum che punta i riflettori sull’impegno a livello territoriale di pediatri, psicologi, operatori sanitari sui disturbi in età precoce, con il coinvolgimento di famiglie e mondo della scuola. Interverranno Roberto Dall’Amico, direttore del Dipartimento materno infantile dell’ospedale Santa Maria degli Angeli, Gianluigi Luxardi, psicoterapeuta e psicologo, dirigente del Centro disturbi alimentari di San Vito al Tagliamento, oltre a Liliana Giust, presidente di Adao Friuli (Associazione disturbi alimentari e obesità). Un sodalizio costituito da di genitori e familiari di pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare attiva dal 2003, impegnato nella prevenzione e nella diagnosi precoce di questi gravi patologie. L’ultimo progetto sul territorio, “Sana alimentazione”, si è svolto l’anno scorso con otto classi di due scuole medie del Friuli Occidentale. 
LE PATOLOGIE
L’evento di oggi rientra nel cartellone della rassegna “Affascinati dal cervello”, dedicata quest’anno a “Mens sana in cibo sano”.

I relatori saranno introdotti dal divulgatore scientifico Gianluca Liva, con formazione in neuroscienze, storia della scienza e comunicazione alla Sissa di Trieste. I disordini alimentari sono gravi patologie con complicazioni fisiche e psichiche. Possono colpire bambini, adolescenti e adulti, prevalentemente di sesso femminile anche se negli ultimi anni si riscontra un’incidenza del 10 per cento nella popolazione maschile. I fattori psicologici contribuiscono all’insorgenza di comportamenti alimentari anormali, che includono sia l’estremamente scarsa, sia l’eccessiva assunzione di cibo. Curare un individuo, quindi, significa considerare tutti i possibili ambiti della sua vita, compresi quelli sociali: chi ne è affetto non riesce ad alimentarsi con sufficiente serenità ed ha una percezione alterata del proprio corpo. «Non si ha esempio di malattia psichiatrica - commenta Liliana Giust - con una simile propagazione: una vera e propria epidemia sociale. Si parla di tre milioni di ragazzi, in Italia, che soffrono oggi di questi disturbi, non a caso seconda causa di morte in età adolescenziale dopo gli incidenti stradali». Secondo Gianluigi Luxardi «i disturbi alimentari colpiscono sempre più bambini e possono iniziare già intorno ai cinque anni. Nelle bambine delle scuole primarie sono stati trovati i disturbi più comuni, dall’anoressia alla bulimia, insieme a disordini alimentari più difficili da interpretare, come la disfagia, la difficoltà a deglutire, il selective eating (alimentazione selettiva), il food avoidance emotional disorder (disturbo emotivo da avversione per il cibo) e l’ortoressia (ossessione di un’alimentazione sana). La percentuale di guarigione - ha evidenziato il medico - è pari al 70 per cento. Solitamente nel giro di due anni i pazienti, soprattutto quelli più giovani, riescono a guarire». 

Ultimo aggiornamento: 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci