Demoliscono la vecchia rimessa dell'Enel e spuntano le antiche mura della città

Giovedì 4 Agosto 2022 di Lorenzo Padovan
Le antiche mura di Spilimbergo

SPILIMBERGO - Doveva essere la semplice demolizione di un edificio, sia pur significativo, in quanto ubicato in un’area centrale e per aver ospitato, per decenni, un importante servizio per la popolazione.

E, invece, l’abbattimento dell’edificio che ha ospitato la sede dell’Enel, in via Balzaro, ha riservato un’importante e gradita sorpresa: nel retrostante spazio, dove si trovava l’autorimessa della società elettrica, sono venuti alla luce i resti della terza cinta muraria della città. Lo ha reso noto il Partito democratico, da sempre attentissimo alla verifica dei lavori pubblici. «Questo terzo anello di mura cittadine risale alla fine del 1300 (documentato 1398, ndr) - fanno sapere i Dem, che hanno svolto anche una specifica ricerca storica - e gli edifici dell’Enel si trovavano negli spazi (rivellini o barbacani) prospicienti la fortificazione. La zona venne per la prima volta bonificata e spianata nel 1868 e, in tempi successivi, predisposta per accogliere l’asilo Marco Ciriani, poi spostato, negli anni Trenta del secolo scorso, in via Corridoni, dopodiché l’edificio venne qui abbattuto».

RESTAURO

Il muro rinvenuto ha la tessitura strutturale in ciottolame originario. Esso, per ragioni e in tempi ignoti, venne ribassato, portandolo da circa 5 metri fino ad altezza uomo, come rileviamo, oggi, anche dal confronto con il tratto integro adiacente. «Facciamo azione di premuroso sollecito, all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Sarcinelli - è l’appello del Pd locale -, perché si avvii un’azione di concordato con il vicinato, prospiciente al muro storico, congiuntamente alla intermediazione di garanzia della Soprintendenza Beni Architettonici e Culturali. Auspichiamo un consolidamento, restauro e soprattutto ripristino dell’altezza e spessori originari, per impreziosire doverosamente questo scorcio di Spilimbergo tornato alla luce».

 TOUR STORICO

La città, nel Medioevo, fu un importante centro di transito e di commerci, prospero e florido, tanto che, per contenere una popolazione sempre più crescente, ivi comprese moltissime famiglie di lombardi, di fuoriusciti toscani e di ebrei, dovette allargare per ben due volte la sua cinta muraria. Da tempo, l’amministrazione comunale e la Pro loco hanno anche individuato un itinerario per far capire come era organizzata la città. Esso si dipana da piazza Duomo alla Torre Occidentale, passando per via Beato Bertrando, Borgo Vecchio, Torre Orientale, Borlùs, via Mazzini e via Manin. Ammirato lo splendido Duomo, si prosegue per l’attigua via delle case affrescate, alla fine del 1400, con il leone dominante, festoni, stemmi comitali e ingentilite da poggioli in pietra. Dopo pochi metri si incontra la prima Cerchia di mura (sec. XIII), con tracce dell’antico fossato. Seguendola si giunge alla caratteristica Torre Orientale (sec. XIII). Usciti in Borgo di Mezzo si visita la bella Crocifissione di Gasparo Narvesa, nell’androne della Casa di mattoni (sec. XV). A fianco, Palazzo Lirussi o del Capitano (sec. XV), affrescato con motivi mitologici e il Palazzo comitale dei Lepido, ora sede della Biblioteca civica. Si giunge al Borlùs, piazzetta caratterizzata da casette medioevali, portici e dal vecchio Convento delle Agostiniane (sec. XVII), trasformato in struttura residenziale. Passando per la piazza centrale, si giunge alla chiesa di San Giovanni (sec. XIV) e alla vicina chiesa di San Pantaleone o dei Frati (sec. XIV), testimone della carità cristiana dei padri, che in questo luogo raccolsero gli ammalati e gli indigenti. Si risale infine via Cinta di Sopra per osservare la terza cerchia di mura e, quindi, via Manin fino alla Porta Occidentale. 

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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